Quante volte ci siamo perfati a guardare le stelle nel cielo, quante volte abbiamo espresso un desiderio vedendo una stella cadente, tante volte per amore abbiamo espresso un desiderio, guardando il cielo nel suo infito spazio, come ci siamo incantati a sognare guardare il cielo e le sue costellazioni, anche da grandi ci emozioniamo ancora a stare su una spiaggia a guardare le stelle cadenti la notte di San lorenzo, sono emozioni che ti toccano nel profondo quando vedi quel fascio luminoso che cade all’improvviso dal cielo. Il tempo non cambia queste emozioni, il tempo le rafforza, anche perchè con il passare degli anni un gesto semplice come guardare il cielo e le stelle assume dentro di noi una imprtanza viva, perchè il cuore con il tempo non smette di battere per le emozioni, piccole o grandi che siano, con il passare del tempo diventiamo sensibili alle piccole cose, ci distacchiamo dalla vita mondana e ricominciamo a vivere per le piccole cose e piccoli gesti, per le serate in compagnia a parlare e comunicare le nostre opinioni, a ridere e a cercare di sognare ancora, come quando tutti insieme davanti a un falò, òa notte di San Lorenzo in riva al mare scrutevamo il cielo in cerca di una stella, alla quale affidare un nostro sogno e se anche il tempo passava e nulla accadeva, il suono delle onde del mare accompagnava e scadiva il tempo, il tempo una cosa che in certe notti piene di energia e sogni avremmo voluto fermare, la notte doveva essere lunghissima per poter sognare e stare accanto alla persona amata, che infreddolita dall’umidità della brezza marina abbracciavamo forti per scaldarci e sentirci amati, ma il nostro sguardo si focalizzava spesso verso gli astri del cielo, perchè nessuno non voleva quella sera affidare un sogno o una speranza a una stella.
I ricordi dei tempi passati rimangono indelebili nella libreria che il nostro cuore custodisce gelosamente, sono i momenti come questi che tra cento anni ricorderemo ancora, anche una sera in spiaggia a guardare le stelle apparterrà alla nostra memoria, forse c’è chi pensa a una banalità, ma sono proprio queste banalità che tra cento anni ci faranno battere il cuore e la nostalgia di una serata semplice ma ricca di emozioni. Ricordate e questo rimane un mio personalissimo punto di vista, sono le emozioni che nutrono il nostro intelletto della nostra coscienza della anima, rimane vero che lo studio e la cultura ci accrescono, ma non dimenticate mai, di coltivare il giardino delle emozioni , di non reprimerle mai, ma di farle fluire con semplicità , non è una vergogna ricordare ed emozionarsi, non è vergogna piangere di felicità, rabbia o dolore, o sono per manifestare il mio io, non ho vergogna di chi sono e di come sono, dei commenti della gente non ho paura di non appartenere se non sono, io sono quel che sono …… una persona libera dentro.
Grazie .