Notte e ancora notte, pensieri riflessi nella luna, che nella notte si fa regina…
Pensieri esposti, come racconti della gente nelle piazze, pensieri che come sussurri arrivano alla mia anima, non posso esimermi dal raccontare emozioni, no, non posso. Parole che rimangano nel dimenticatoio, di chi vive per se stesso e nulla vede o sente.
Rimbalza nella mente la parola SOLITUDINE, raccontata attraverso la rete, che tutto amplifica, solitudine, si quella vera, quella che non cerca i media, e non finisce nelle cronache; vive e rivive in parole strappate dietro un lacrima, di sussuri che lievi si fanno in confidenze.
Io non scappo d’innanzi a tali sofferenze, Solitudine che rende deboli ,solitudine che fa eco nel cuore, persone che vivono la malattia loro e di chi amano, solitudine di chi viene escluso dal gioco della vita, forse perchè diverso; troppe le varianti, in sottili fili che tendono aquiloni che vorrebbero volare, per trovare conforto in gesti, parole. L’indifferenza si trasforma in sofferenza, e la ruota si ferma. Tutto assume un ruolo nella vita, voi che pensate ? …. Silenzio. Io non posso lenire le solitudini, posso solo ascoltare nel piccolo di quel che sono, dare due parole, conforto che nulla costa.
Non cambierò il mondo, non lo farò, ma cambierò il mio cuore aprendo le porte a espressioni in parole per chi veramente “sa” e sente, la solitudine come unica amica, elevazione dello spirito e dell’anima, di chi vede e sente e non fa dell’indifferenza un’alleata, per poi esternare piccoli gesti del cuore.Il risentire di parole e parole,senza nulla fare come chiacchere di piazza, solo e soltanto ipocrisia di aver fatto, nascosti dietro un dito diventa rumore assordante, troppi parlano e pochi fanno.
Dedicato a tutte le persone, che trovano la forza tutti i giorni di andare avanti ,con la dignità e grazia, che vivono dolori profondi e sentono la solitudine vera. Non quella raccontata per fare della vita un teatro, dovo commedianti mettono in scena opere mal fatte;solitudine raccontata a voce bassa, ma mai senza rassegnazione, fino a che esisterà gente che del dare ne comprendono l’essenza, quella vera.
Daniele R.