Le verità che non vuoi

Rimanere accanto all’uomo di una vita, prerogativa di un futuro, che non vuoi..

Verità sul volto, che traspare in urla silenziose, che tra te e te, esplodono, vincolo che ti imponi, ma non sai il perchè, l’anima vorrebbe vivere, essere libera, ma la paura del vuoto, stringe la mano allo stomaco, tutto rimane uguale , tutto è ferita.

Difficile accettare, il dominio di un uomo, che impone la sua persona, tu in un angolo, serva sottomessa, a voleri che non vuoi, il tempo ormai a logorato l’amore, fine di un ciclo, principio di un dolore, lenire rimane menzogna che negli anni ti sei raccontata, per andar avanti, poi tutto si è oscurato completamente, la gentilezza di un tempo, ora è predominio, eclisse senza fine che luce non trova.

Io sarei fuggito penso, ma poi semplice un parlare, difficile per chi lo vive, dramma in una casa, che d’amore si è trasformata in orrore, vederti a volte, con occhiali scuri, a coprire lividi, menzogne che racconti di cadute imbrobabili, che dire.., Se non essere gentili, nel regalare un secondo non pensante a te, poi tutto rimane uguale, la verità che non vuoi, la conosci bene, ma la forza di dire basta, sembra lontana chimera, ad oggi.

Assurdo, il senso della vita, prima ami un uomo, poi lui diviene il tuo carnefice, pensiero estremo che rimbalza alla mente, nel vedere te. Poi tutto rimane inalterato, la forza dell’abbandono ,taglio di un legame, dura a farsi, che Io vorrei per te. Vivere ancora, per te sarebbe rinascita, ma la paura è forte, forse un giorno dirai fine, forse sarà presto, per ora i tuo frammenti di racconto, sono leggende del mio ascoltare, fondi di verità, in un mare di sogni. Se finissero i sogni non vi sarebbe sopportazione, in un vita che non vuoi, quello rimane a oggi spazio libero, evasione , amore  per te, il tuo vedere rose e sentire carezze, peccato che i sogni sono anfratti ,di un giorno,  che crudo e duro ormai rimane…

Un giorno arriverà una giustizia, anche per te, lei sarà metà dell’opera, tu volontà e determinazione che non trovi, sarai l’altra metà, una sfera che rotolerà via, da una vita che non ti appartiene , non volterai le spalle a nulla, che non a un’amore finito, che prevarica solo una donna per mano di un uomo, che pensa che tutto sia” lui”, il resto un nulla, solo merce da esporre e casa pulita, servile vita che offre a te, ma quel giorno arriverà, e lui che si sente “un dio”, sarà all’angolo della solitudine, riflessione che non lo lascerà mai.

Tutto avrà un lieto fine, dopo anni che avrai sofferto, ma questo rimarrà un aspettare, che TU prenda la decisione della verità che non hai voluto sentire, paura che ha soffocato l’urlo che era in te..

Sarà ricordo un domani, esempio per chi come te vive una vita che non vuole, monito per chi impone questo…


11 risposte a “Le verità che non vuoi”

  1. Credo che questi casi siano ancora più di quanto si creda, la speranza è che queste donne riescano a reagire e ad andarsene senza farsi annullare totalmente……..ma i problemi sono tanti, il lato economico…..il non saper dove andare…..la paura per i figli……..avrebbero bisogno di un valido sostegno e appoggio, ma ancora questo purtroppo non c’è. Hai fatto bene ad affrontare questo argomento caro Daniele, bisgonerebbe parlarne molto di più, un caro saluto.

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  2. Argomento interessante, dolorosissimo e purtroppo attualissimo e diffuso. Vissuto quasi sempre in silenzio e tra le mura di casa che sembra si stringano addosso ogni giorno di più diventando vere gabbie da cui uscire diventa spesso impresa ardua. Non c’è mai stato vero amore o quantomeno l’amore non è stato l’elemento caratterizzante del rapporto. L’amore non tollera prepotenza, prevaricazione, violenza. C’è sempre un livello non paritario in questi casi..l’uno si sente il proprietario dell’altra, arrivando alla pretesa malsana di possederne corpo, volontà, azioni e pensieri. Non è leggenda metropolitana che il maggior numero di violenze le donne le subiscono dentro le pareti di casa. Ci sono poi le violenze psicologiche, non meno dolorose delle fisiche, quelle che sviliscono, che annientano, mortificano, schiavizzano. Spesso non tutte sebbene abbiano consapevolezza e seria voglia di troncare possono farlo..lo stato di frustrazione diventa insopportabile…la stessa sensazione che prova un topo in gabbia: senza via di uscita.
    Conosco molte donne che mi dicono: “ok..non ce la faccio più, mollo…ma dopo dove vado, che faccio?” E vi assicuro che molte non lascerebbero nemmeno granchè!..Ma se poi trovare uno straccio di lavoro per pagare un affitto e mantenersi non lo trovano..che fanno? Diverso è il caso di violenze fisiche denunciate, nel qual caso lui viene preso e dirottato in luoghi freschi…per quanto non si sa.. e anche li molte respirano finchè lo sanno segregato, salvo poi tornare a tremare man mano si avvicina il giorno in cui sarà nuovamente libero.
    Ciò che rende liberi è l’indipendenza economica, non tutte ce l’hanno e non è facile x tutte trovarla.
    Ecco perchè una società come la nostra, che ha la pretesa di esserlo, è colpevole nella misura in cui non garantisce e supporta con concrete possibilità di lavoro donne in difficoltà.

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  3. Ciao!!! beh, anzitutto complimenti per il tuo blog, mi piace moltissimo!! ho qualche problema a capire wordpress, come si diventa follower e si hanno notifiche sui nuovi post o sugli aggiornamenti??
    la Fenice non ha mai messo il naso al di fuori di Twitter e Blogger!!
    un abbraccio!

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  4. Donne che vivono nel terrore minuto dopo minuto e non hanno nessuna possibilità di ribellarsi, soprattutto perché molte di esse vivono in ambiti familiari e sociali nei quali non trovano nessun appoggio e al minimo atto di ribellione le pene che subiscono sono atroci. Donne che non conoscono la liberà ma solo la paura, sevizie, ordini e il buio che le circonda.
    Hai esposto benissimo ciò che accade a molte donne, la speranza è sempre quella che tutto ciò possa cambiare, ma quanto tempo occorre ancora nessuno lo sa purtroppo.

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  5. So benissimo di cosa parli..e scrivi, e ti dico che una via d’uscita l’ho trovata, il caso anche ha voluto che questo mi fosse possibile. Ho colto un’”occasione” che mi è stata donata, penso io, e che mi ha reso possibile uscire da un incubo dal quale nn vedevo via d’uscita. E ne sono uscita, affrontando l’inverosimile, questo grazie all’amore che nutro per i miei figli, un continuo monito che mi ha sostenuto e mi sostiene in questo cammino lungo e doloroso.
    Dolore che mi “segue” come un’ombra, di cui a volte nn mi fa paura, ma a volte si. La giustizia è un vero schifo, interpretabile e mai obbiettiva..se nn avessi avuto l’attenzione PERSONALE, nn so dove sarei in questo momento.
    Un consiglio personale a chi sta tentando la via d’uscita : Non mollare, nn lasciare niente al caso, nn fidarti mai più della persona che ti ha inferto la propria rabbia, lo potrebbe rifare in ogni momento, condividi con tutte le istituzioni, perchè sappiano sempre i tuoi movimenti e quello che ti accade, nn lasciare mai i figli con lui, a costo di avere una denuncia, che nn ha nessun peso rispetto a quello che ti ha fatto, condividi con la tua famiglia, con i tuoi amici, con le persone care che ti possano sostenere ed aiutare. E poi ama i tuoi figli come una MADRE può fare, amarli significa nn farli partecipare mai o mai più a eventi drammatici, che come cicatrici indelebili si fissano nelle loro tenere menti, e per risanarle a volte nn basta una vita di mamma. Abbiamo sempre la possibilità di scegliere. Libero arbitrio. SEMPRE.

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