Rimane un ricordo che il tempo mi regala ,disse la giovane vedendosi più grande, prese in mano l’anima e la accarezzò, era dono che aveva , sentì il cuore della gente battere, capì che lei era dove ora tutto era trasparente, niente appariva, come allora, tutto era …
Quello che la via le aveva fatto capire.
Lussi e mondanità, erano stati illusione di una felicità, lei aveva abbracciato la vita nella forma più terrena , mediocre era il suo rapporto con la gente, lei oggetto del desiderio, era stata sul piedistallo della vita, ma rimaneva un carion dove le persone con parole e regali facevano girane, musica che accompagnava un roteare senza fine, tra le braccia di persone che dell’amore escludevano il sentire.
Lei viveva questo momento ,come una festa senza fine, in lei non vi era ricerca ,non vi era via, tutto era un giorno alla volta senza dare significati a quello che avveniva, non pensava a quanti letti aveva scaldato, quante mani aveva sfiorato quel corpo, il lei il mondo doveva girarle intorno, per poi lasciare nella mente il vuoto.
Tutto sembrava senza una fine ,racconto come molti in angoli di vita , poi iniziò a sentire che qualcosa non andava, la paura era diventata forte, il non andare dal medico era solo non voler sapere per poter vivere ancora attimi di quella vita che la faceva sentire bella e cercata, la bambola di porcellana che ogni mobile desiderava. Il suo malessere cominciò ad essere troppo forte, quindi tra lacrime e paure fece quello che doveva: medici ed esami , la misero in penombra, la paura del verdetto non la faceva brillare e come tutti i giocattoli, una volta rotti finiscono nel dimenticatoio, nessuno poco a poco cominciò a cercarla, lei sentì il freddo della solitudine, nessuno aveva parole ora, quelle di un tempo erano rimaste dove le aveva ascoltate, ora che il vero in lei l’aveva messa a nudo capì, quello che era stata , capì che nessuno l’avrebbe cercata, nessuno sarebbe stato con lei, solo per ascoltare la tormenta della malattia che le era stata diagnosticata.
Il momento della verità , portò in lei l’amarezza di non aver visto quello che la circondava , di aver escluso tutti, da qual mondo incantato dove giovane ragazza come lei si era trovato, ora il pianto non portava vicino a lei quello che aveva escluso per vivere una vita ,dove lei e soltanto lei era il centro. Ormai il suo calvario era dinnanzi, non poteva fuggirvi , doveva affronare il lancio della moneta, speranza della faccia che le si poneva dichiarasse “vita”. Il gioco di quel lancio ,scommessa di due risvolti perseguitò le sue notti, in attesa di un intervento che in pochi giorni avrebbe detto, quello che sarebbe stato di lei.
Il giorno arrivò, come normale che fosse entrò nell’ospedale, fasi di preparazione misero in lei l’ansia e la paura del non sapere che verdetto sarebbe stato nell’osservare qual male che l’aveva colpita; tutto ebbe inizio e l’indomani al risveglio nel letto dell’ospedale, senti il dolore vivo di quello che era stato sotto i ferri della sala operatoria, ma quello non fu il suo tormento peggiore, rimase ore ad attendere nel letto le risposte che voleva, le pareti bianche della camera sembravano diventare sempre più luminose, quasi ad accecare il suo sguardo, non vedeva che la porta ,che chiusa era, non vi erano rumori , fiori, mani di conforto, nulla.
La sera arrivò, e il medico fece visita ,dandole le spiegazioni dell’accaduto, spiegando che la moneta non aveva detto vita o morte, ma era rimasta nel bilico , spiegazione di un calvario fatto di speranza e sofferenza che lei sola doveva affrontare. In quel momento, la vita le passò davanti, come a definire che la vita era attimo, il medico andò via e dopo giorni lei tornò a casa.
Due giorni furono la riflessione che in lei delineo quello che ormai, era accaduto e quello che sarebbe stato, sent’ che ormai la via era presa, tutto comincio da capo per lei, le cure iniziarono ,atroce il suo trasformarsi , i capelli cadevano, la pelle era spenta , nel vedersi allo specchio capiva che il limite era solo la speranza e non l’apparenza ,tutto poteva essere oltre, nel parlare con le persone che come lei vivevano quel momenti, capì .. Il vuoto che aveva seminato, sentì che tutto sarebbe stato diverso, dentro lei crebbe la luce della via ,quella che la accompagno fino alla sentenza finale.
Il verdetto che attendeva era imminente, ma lei in quel tempo passato tra cure e dialoghi con gente comune ,che viveva come lei il dramma della malattia, portarono in lei un’anima aperta compassionevole, data all’amore e al capire che l’universo non era quello che aveva vissuto ma era altro. In lei tutto era diverso ora , umile il suo stare ,umile il suo ascoltare sentire parole e dare parole, sostenere e vedere che le persone ora erano diverse vere, in mondo fatto non solo di lussi ma anche fatto di storie vere ,racconti di vita che lei aveva per anni escluso, ora era vera con se stessa. Il verdetto arrivò , e la vita le fu donata ancora , il viaggio che aveva fatto era finito, ora era l’inizio di una nuova vita.
La via ora era in lei , nessuno e niente avrebbe più cambiato quello che la vita le aveva raccontato, l’anima che accarezzava era segno indelebile di una giovane donna che era cresciuta, e vedeva il suo passato e sentiva il suo presente ,ora tutto era vero e così fu l’inizio della sua vita nuova.
8 risposte a “La via”
Non so se è solo un racconto, o ispirato dalla realtà……auguro a chiunque di non dover arrivare a quel punto per capire i veri valori della vita. Un abbraccio Daniele.
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Una consapevolezza nata dall’aver attraversato un vero calvario, che non lascia un attimo di tregua ma tanti perché senza risposta che occupano costantemente i pensieri, le ore, le giornate. A volte si capisce proprio dopo esperienze così difficili e con il confronto con gli altri, quanto sia bello vivere, quanto è grande la vita ed il suo valore.
Ciao, Patrizia
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Toccante fin dentro le lacrime che girano amare
dentro il Cuore.
Il Tuo racconto, molto sofferto per chi l’ha vissuto, e anche per Te che
l’hai plasmato dentro la Tua Anima ci aiuta a comprendere ancora
di più il nostro viaggio: La Vita.
Buona serata
Gina
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buona serata anche a te e sempre grazie della visita
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Daniele….bellissimo racconto che veicola messaggi di profonda verità. E’ nell’essenza, nell’autenticità delle cose che viaggia l’anima, difficilmente la si incontra tra falsità, egoismi e corruzione. E quando si ha la fortuna di poterla tenere tra le mani e non di viverla come un’entità extracorporale, allora si capisce il senso della vita. 😉
Vera
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Grazie vera ,come sempre interpretazione del mio scritto perfetto a te nulla rimane superficiale e questo mi onora molto, grazie di cuore
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Buona notte!
Bacio
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buon giorno !!
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