La regola dell’ IO

Interrogativi, la mente continua a porre domande su domande. Riconosciamo noi stessi, sempre nell’ IO…..
Io sono, io desidero, io vorrò, domande che a noi stessi poniamo, in un tempo futuro, risposte , ormai poche, solo attese…

Siamo nella periferia della vita, apparteniamo sempre più all’individualismo; questo non è un progredire se non momentaneo. Tutti i giorni nella mente abbiamo molteplici domande, che sono incentrate su noi e sulle nostre vite. Sarebbe giusto pensare che questo possa essere la condizione normale. Ma il mettersi sempre al centro della vita , riponendo nell’IO il tutto, non aiuta ad essere nella vita stessa.  Abbiamo cercato di essere diversi, la società ostile mette alla prova tutti i giorni quello che in noi veramente vive. Dire “io”, non è l’errore primario, ma lo diventa per una semplice formula: io ,equivale a dire solo, io sono solo, io sono tutto e nel tutto.  Noi siamo diventati individualisti perdendo di vista la nostra vera identità. Essere nell’io assume la formula della vera solitudine, siamo sempre meno protratti a pensare a un noi, un  tu.
Ogni persona pensa che l’unica via sia quella di pensare a se stessi, di fatto pensare a se stessi, non è sbagliato, se nel concetto di questo pensiero entriamo in contatto con noi stessi, nella nostra interiorità. Quando il contatto rimane solo una funzione esterna: ovvero viviamo in funzione solo della vita materiale, tutto diventa un ambire, un proiettare, allora l’io diventa immancabilmente ego.

L’ego porta sempre alla solitudine, il nostro io è dominante , ma solo su noi stessi e non sulle persone che ci circondano. Potrà sembrare un concetto che compromette la nostra persona. Però ricordiamo quando in noi i pensieri sono ricorrenti, spesso quasi ad imprigionarci nella gabbia del nostro vivere. Idee che prendono forme, sempre più assolute e sempre meno elastiche. Questo assolutismo che nasce nella mente porta immancabilmente alla solitudine, provare per una volta ad essere nel noi o nel tu è la via che dona una possibilità a questa “galera”. Il confronto fatto di parole diventa diverso, perchè siamo più propensi ad entrare in empatia con il prossimo.
Nella mente, se si inizia questo i pensieri si schiariscono e abbiamo la possibilità vera e tangibile di ritrovare la verità che in noi esiste. Non sarà mai la verità assoluta, ma una verità che nasce dallo spirito e il cuore è sempre una energia pulita che ci illumina e rigenera. La conseguenza, sarà che in poco tempo che la parola IO sarà meno nel nostro vocabolo e quell’individualismo che porta alla solitudine inizia ad eliminarsi.
Potrebbe sembrare una regola, di fatto io non credo alle regole se non alle discipline atte al miglioramento dello stato individuale. Spesso le persone sono troppo concentrate sul loro io, e la loro esternazione è sempre un lamento o un chiedere. Non c’è nulla da chiedere nella vita, la vita stessa si conforma in noi ,nella nostra interiorità. La via della felicità è l’abbandono all’individualismo e l’abbraccio all’amore. Amore è l’unica via di comunicazione universale, che mette il nostro io in una fase di non richiesta diretta, ma che allo stesso tempo ha un ritorno. Le domande che in noi “brulicano” senza trovare risposte vengono a sua volta eliminate, con risposte vere e non ingannevoli. Siamo a questo punto nella condizione della verità interiore, che non necessità di barriere. Siamo esposti ma non siamo un IO, essere sempre un IO è solo una paura di essere se stessi in una vita che è e rimane un noi. La vita non è una terra che calpestiamo, è semplicemente una fluidificazione del tutto in un tutto, e noi ne facciamo parte di questo.

Provare ogni tanto a cambiare quello che in noi esiste, è un sforzo molto grande, ma in questo sforzo si ha un ritorno, la libertà.

L’io rimane , nessuno annulla se stesso, ma la sensazione di quello che ci circonda assume una rilevanza totale ed a questo punto noi siamo liberi da schemi ed idee stantie. Siamo nel tutto e viviamo tutto, possiamo comprendere il prossimo e non giudicarlo. Ma semplicemente capendo le diversità , che sono al contempo la bellezza suprema della vita.

La regola dell’IO, è solo una parabola semplice che delinea quanto nella vita ci siamo allontanati dalla felicità, e questo avviene perchè cerchiamo tutto fuori da noi, quando tutto è in noi.
Questa ricerca interiore, che noi spesso non facciamo , vive ed è forte nel nostro essere. E’ dimensionale ed esistente.
Dobbiamo solo ricordarci che in noi esiste una essenza profonda. Che attende che noi stessi la riscopriamo, per tornare alla vita con il sorriso e l’ottimismo. Senza più porci domande che non trovano risposte, se non come falsi messaggi ,di una mente individualista che crea un IO che diventa sempre un egocentrismo. Questo dona solo e sempre un solitudine incentrata alla rabbia e mai all’amore universale.


7 risposte a “La regola dell’ IO”

  1. Ciao Daniele, ho letto con molta attenzione la tua pubblicazione e non posso che condividere, apprezzare e affermare che quanto hai esposto, corrisponde a verità pura. Il mondo è pieno di egoismo e ricco di individualismo esasperato! Inoltre , fin troppo spesso , perfino nel campo degli affetti e dell’amore, inconsciamente a volte, anteponiamo sempre il nostro IO a tutto ciò che chiediamo agli altri e persino al mondo intero. Se ogni tanto si provasse a modificare un poco di quello che è in noi stessi, beh, forse, lo sforzo adoperato, senz’altro ci ripagherebbe di un’ampia libertà di pensiero personale e sociale. Purtroppo, spesso gli individui sono troppo “tradizionalisti” e ancorati a vecchi sistemi mentali fatti di congetture e pregiudizi umani. Grazie per averci offerto l’occasione per riflettere su tutto questo IO ingombrante ed individualista. Una buona giornata a te, Daniele:-)

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