Voci dell’utopia

La parole diventa fine a se stessa.

Il mondo vacilla tra consonanti e vocali unite in parole sterili, esposte in frasi che il tempo non ricorderà. Solo i danni resteranno visibili, troppi sono gli ideali che non trovano fondamento. Ma l’immaginario collettivo è in ascolto e tutto diventa utopia di un vivere, senza vivere veramente.

Tutti vivono e tutti lamentano il loro vivere che pace sembra non avere mai

Questo è  male del millennio che tutti vogliono nascondere e che megafoni spiegati proclamano al contrario, con promesse a gran voce esposte.  Parole di incitamento che uniscono folle che esultano, parole dei libri dove i racconti si miscelano tra realtà e illusione, estremo rimane bello , e i pappagalli diffondono il sentito e ancora parole dell’utopia che si diffondono.

Dire e non fare, semplice stare, che nulla avrà che il tempo che trova..

Sono le moltitudini di queste false regole e speranze a creare automi viventi ,che gonfi di parole volano nel cielo per poi cadere , nulla toccano che la fantasia che riportano. Semplice parlare ed essere convinti di quello che si apprende e si fa proprio per uno stato emozionale. Questo lentamente coinvolge molte persone,che a sua volta diffondo e perpetrano questo, nel loro assolutismo ,nessuno dica no! A tali parole ,sono vere ,verissime assolute, questo è il racconto dell’amore diranno, e dentro a questo, il vuoto è assoluto..

Giudizi e proiezioni a confortare la loro utopica vita, fatta di misericordia e amore, secondo le parole che diranno. Ma dentro a questo c’è molto altro, troppo l’abisso che separa loro da chi con le parole ha scritto un amore senza inchiostro e alcuni hanno letto questo libro e udito questo canto, nella loro sensazione più intima, hanno sentito tutto questo..

Dire e non dire, meglio tacere, dinnanzi a utopie protagoniste delle parole riportate,

In noi vive il coraggio, ma spesso viene meno, questo è il vero senso che uno può comprendere. Chi parla e dice si espone,  nella sua totalità. Forse le sue parole non risuoneranno ,ma saranno vere e con foto al seguito a immortalare attimi senza ritocchi, evidenze.
Le parole hanno appestato la felicità che era un diritto. Lo hanno fatto e tutti né siete consapevoli, quando nel vostro piccolo ascoltate  e poi nulla risolvete, perchè ascoltare non equivale a mettere in pratica, è e rimane la scorciatoia, che diviene utopia indiretta.
Direte: l’esperienza  che aveva nella vita colui che ha detto certe parole è assoluta !  Alla fine era la sua e non la vostra ; sono molte le parole che non troveranno fondamento e che verranno dette per appagare colui che le dirà. Lui o loro sono i burattinai e noi i burattini che potranno dire fine?  Rimane un sentire che non è un vivere vero, in noi vi sono parole che dal profondo nascono, ma spesso si fermano e questo è il vivere a metà. Trovare la risposta se liberarci o meno dai fili che ci legano come burattini, è molto complesso. E’ un vero fenomeno del quotidiano e come tale il tempo dirà se sarà possibile o meno avere la libertà vera, fatta di poteri decisionali che nascono in noi e non sono influenzabili da nulla.

Identificarsi rimane un essere totale nel totale di se stessi e quando la parola accompagna questo non è mai assoluta . E’ delicata, intensa ma mai, gettata in una forma impossibile e mai messa come parola superiore a chi l’ascolta. Questo è il caso che l’identificazione nasce non da stereotipi e da racconti, ma nasce da una esperienza fatta interiormente; un percorso fatto toccando le punte degli spilli, e sentendo gli effetti che le cause danno. Questo non appartiene a utopie di voci che proclamano, appartiene a noi, semplici osservatori, pionieri ad oggi della vita. Dire pionieri sembra una parola inadatta, ma chi ad oggi vive di luce propria e si nutre a livello celebrale e spirituale, di quello che scopre in sé, è un pioniere dell’interiorità.
Forse sarà distante dal concetto dell’illuminazione vera, ma questo è un gran passo comunque. In questa società ormai conformista e conformata dove tutto è un sedimento del passato, provare ad essere liberi da tutto e indipendenti è come aver toccato il punto massimo del livello interiore che supera la media comune. Forse sembrerà esagerato, ma basta fermarsi un attimo ed essere attendi osservatori per vedere questo. E vedere è semplice, basta aprire gli occhi e sporgersi per osservare il fenomeno che si mostra, e ascoltare quello che tutti i giorni viene detto, da anni, da secoli, ormai. Se uno riesce in questo è un pioniere vero, e una persona liberà .

Le voci dell’utopia hanno saturato il sistema, inquinato e fatto accadere quello che era impensabile,

troppi vivono questo e troppi sono ignari di  tutto ciò. Non sarà un piccolo articolo a cambiare il tutto. Tutto seguirà il suo corso e come tale chi si accorgerà che desidera la libertà quella vera, comprenderà cosa fare e quale voce seguire. Tutti possono cambiare nella vita, ma solo se lo vogliono veramente .


2 risposte a “Voci dell’utopia”

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