Riflessione del flusso di coscienza 4: tollerare bivio della vita.

Siamo nel cerchio della vita, unici e splendenti , ma una scintilla scatena in noi l’intolleranza ormai..

Un tempo tutto era riferito a non tollerare cose estremamente grandi, non giuste di certo ma con profonde radicazioni che nel tempo erano diventate parte del vivere di molti. Credenze e falsi messaggi fecero in modo che questo fosse la barriera tra esseri umani. Questo è stato e questo sarà…

Il momento di considerazione di questa intolleranza non trova più confine. Quello che un tempo era noto, a oggi rimane e si espande all’individuo nella sua piccolezza del quotidiano; se si creavano divisioni per motivi derivanti da idee varie, ad oggi l’intolleranza si espande anche alla sola pazienza di esser in una fila per attendere il proprio turno in una qualsiasi occasione. Questo è il miraggio delle parole che spesso coprono “l’odio” verso una semplice realtà : siamo esseri umani e quelli che ci circondano sono anch’essi esseri umani, nei loro difetti  e pregi , ideali ecc. Dire la parola “odio” sembra eccessivo, ma le dimostrazioni delle reazioni umane verso cose al quanto piccole mostra come l’aggressività sia il mezzo che deve identificarci. Nessuno vuole ammettere che in quell’attimo che ci sentiamo frustrati per una fila da fare, è il tempo passa e noi siamo presi da quello che dopo avremo da fare, o da una macchina che ci impedisce l’uscita dal nostro parcheggio, noi entriamo in quel processo inconscio che ci porta velatamente a odiare o ad arrabbiarci. Noi in questi frangenti perdiamo il senso di cosa poi sia essere umani tra gli umani. Normale dire che tutti abbiano la propria idea, nessuno vorrà mai dire che il personale vivere debba unificarsi a tutti i costi; ma la tolleranza è solo la forma di elevazione che si va perdendo e al contempo il bivio che viene posto in noi : tollerare è semplicemete la non esposizione di quello che non ha una direzione netta, ovvero tollerare diventa accettazione o intolleranza completa. E’ una semplice via di mezzo che nel tempo deve manifestarsi in una forma nitida in noi. Questo può essere anche un processo lento, ma nello stesso processo abbiamo la possibilità di interagire con la conoscenza e l’apertura verso quello che al bivio interiore in noi rimane.
Questo processo che in noi avviene porta ad un reazione : siamo pronti per andare in “Guerra” per un nulla ,ci accendiamo per ideali che sono confini dell’individualità e che tendono a raccontare non che la nostra libertà e violata perché uno passa davanti a noi e che giustamente non rispetta regole del buon senso, ma che la nostra reazione è sproporzionata . In tempi lontani l’intolleranza era una vera caccia all’essere umano, una estrema ricerca di conversione a tutto quello che non era condiviso per motivi di ogni forma. Siamo riusciti in anni ad assottigliare questo, per poi divenire intolleranti e rabbiosi per motivazioni che sono molecole !! L’odio nelle sue forme e sfumature, copre il senso della bellezza che in noi esiste e con questo non dice che un diritto debba essere calpestato in ogni cosa perché siamo buoni”, no, abbiamo una dignità  ma in questo la modalità espressiva deve essere proporzionale al fatto e di consequenza riflessiva, pacata e non esplosiva. Notiamola la cosa, di come tutti siano a volte esplosivi per banalità, mettono il loro disagio personale in tutto. Ma se questo fosse un contagio universale si immagina che accadrebbe!

In questo non si vuole sempre esporre il limite, ma risulta anche complesso non evidenziare quello che si vede nel quotidiano, basta vedere le facce delle persone al super mercato quando dinnanzi a loro una persona perde tempo alla cassa, i volti cambiano in un istante, quasi che la loro esistenza fosse compromessa da semplici minuti. A monte uno può pensare che il tempo stringe, che si hanno mille cose da fare, vero! Ma se si vede il dettaglio questo dice molto semplicemente che siamo nell’Io supremo, e che spesso giudichiamo e ci arrabbiamo di fronte a persone che di fatto sono come noi, e come noi hanno le medesime esigenze. L’intolleranza è una radice di un albero che si insedia nel terreno della vita, e come tale è una riflessione che viene spontanea quella di considerare nella sua totalità la tolleranza e il suo rovescio che in noi avviene. Ma che al contempo non giudica chi in questo vede la normalità nel diritto a difendere il suo ideale. La riflessione spontanea è una forma di informazione che non è esposta con un ragionamento capillare, come tale quello che uno pensa dice. Ma se ne dire si è aperti questo è un dialogo che pone un piccolo riferimento e non una polemica con il tutto ,che a poco servirebbe. Come tale se anzi che essere pronti ad ogni occasione che viviamo nel quotidiano, ad accenderci inutilmente fossimo consapevoli, avremmo degli indubbi vantaggi. Saremmo sorridenti e diremmo – ok è così oggi ,sorridiamo ! – . Potremmo usare quell’energia che sprechiamo per arrabbiarci per essere in altro, avremmo meno stress, e la conseguenza sarebbe un moltiplicarsi del pensiero positivo. Un vero contagio universale che nel tempo dilagherebbe e riporterebbe un equilibrio primario tra di esseri umani. L’individualismo e quel falso segnale che mette le persone sempre sulla difensiva e attacco, sarebbe placato. Inoltre se si pensa che da un tollerare si può arrivare all’accettazione, in noi accadrebbe un miglioramento: la coscienza sarebbe allargata non alla nostra unica esistenza e al nostro IO, ma sarebbe una visuale molto più ampia dove la comprensione viaggerebbe oltre noi. Poi in tutto questo, benché possa essere utopico, il miglioramento è una evidenza che si nota in cose piccole; proviamo invece che a essere sempre pronti a “digrignare i denti” per piccole cose, una volta a essere pacati nel tono e a dire le cose che non vanno con calma. Noteremo che avremmo un risultato maggiore e senza sforzo. Alcuni poi penseranno che quando noi invece siamo dalla parte opposta e veniamo attaccati quale sia poi il modo per non esplodere davanti ad attacchi violenti e rabbiosi inutili. Bene spesso la cosa più logica è la non reazione, o una bella risata sempre senza reazione. La persona che riceve questo rimane impietrita e se , si arrabbia ulteriormente non reagiamo ma lasciamo andare la cosa, che di per sé è già assurda all’inizio, visto che arrabbiarsi per cose piccole è insensato. Noi allora diamo un senso alla cosa dando un esempio evidente in questo.

Per concludere possiamo pensare una semplice cosa, a volte una riflessione a monte dona alla vita e alle persone la possibilità di migliorarsi e di essere in questo esseri umani tra gli umani, e tutto diventa luce nella penombra del giorno a seguire….
L’intolleranza è semplicemente il preambolo del declino, tollerare è solo un semplice bivio che si mostra a noi e che dà la possibilità di accettare e accettarsi, e di non cadere in altro. La direzione spesso è un complesso esistenziale che se prende la via giusta rende tutti migliori e veramente liberi.

 

 

 

 


10 risposte a “Riflessione del flusso di coscienza 4: tollerare bivio della vita.”

  1. e’ un tema molto complesso…
    la gente ha fretta, è stanca , ha soprattutto paura.,
    paura di fermarsi.
    per riflettere occorre tempo. per capire occorre tempo..ma questa società cosiddetta industrializzata e all’avanguardia non ha tempo per se.
    Corre per portare il tozzo di pane a casa.
    corre per andare a prendere i figli a scuola, portarli dai nonni e poi di nuovo al lavoro..va così oggi, andrà così domani…
    Fermarsi significa perdere tempo…e di tempo da perdere non ce n’è.
    Molti sono disperati,in questo momento.
    hanno perso tutto…casa lavoro e speranze…la Natura ci mette del suo..che poi dietro c’è sempre l’arroganza dell’uomo se la Natura si scatena.
    E mi immagino chi è preso dalla disperazione se ha voglia di fermarsi a pensare che non bisogna esser cattivi, razzisti, intolleranti, ma pieni di buon senso.
    Ci sarà anche qualcuno che mosso da uno spirito di pietà compirà buone azioni…ma non bastano.
    Poche sono le popolazioni che vivono col sorriso stampato negli occhi…e sono cpsì lontane da noi…vivono in luoghi incontaminati dove è bene che noi non andiamo..riusciremo a sciupare anche quei pochissimi paradisi rimasti….
    il discorso si farebbe immensamente lungo….nontento di scusare nessuno..ma occorre andare alla radice per rimuovere questo male ….l’indifferenza è un cancro della società. va rimosso , ma i mezzi non ci sono , “non devono esserci”….è lì la differenza.
    Buona giornata
    a presto

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    • I mezzi ci sono ma è più semplice dire che non ci siano perchè si dere restare nell’abitudine che nasconde una verità , da provare quello che ho scritto e poi si nota come la vita sia diversa anche in momenti duri, perchè colui che scrive non vive nell’eden ,ma applica quel che dice , io non sono nulla ,ma solo il testimone di me stesso. Ciaooooo

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      • …difatti parli di testimone di te stesso…
        tutti gli altri…se fossero come te, sicuramente il mondo andrebbe con calma, con amore, con spirito di sacrificio e via discorrendo…
        ..una società diversa…sicuramente spiritualmente lo sarà…ma lo spirito non si nutre di sola bontà….perchè ci sono gli ingordi e lì allora ..ci si perde.
        Sono d’accordo con te, ma credo sia una dolce utopia sperare in un mondo migliore.
        Dovrebbe sparire completamente il denaro. e trovare da mangiare attaccato ad un albero…mangiare per tutti…lavorare dovrebbe essere un diritto ma anche un dovere per il bene comune…insomma una società evoluta ma senza tecnologia..senza benzina…senza padroni…produrre alberi per il nostro sostentamento spirituale…
        la nostra stirpe è destinata a sparire, a distruggersi da sola….mi auguro avvenga in un epoca molto lontana…per ora posso solo sperare in un mondo migliore.per mia figlia…

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      • Vedi io non cambio il mondo questo è ovvio, ma se si pensa che ogni persona potrebbe dare il suo apporto a un miglioramento a tutto questo, diventa logico scrivere questo. Non tanto per dire io sono e tu no, ma solo come una semplice informazione di massima che arriverà a chi a oggi è pronto per riceverla e allo stesso tempo lascia spazio a chi vuole anche solo pensarla diversamente. Io non mi metto a esporre che quello che io asserisco sia la via del miracolo, come potrei!! Ma come tu sai io penso e scrivo quello che sento, sperando che un qualcosa prima o poi migliori per il bene comune, vero forse io non sarò qua a vedere l’evoluzione ovunque sia diretta, ma almeno avrò esposto quello che mi sentivo .

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  2. Vedi Daniele, personalmente ho fatto della tolleranza il mio credo,non solo ora che l’esperienza mi ha forgiato, ma quando ero molto più giovane, e sinceramente non mi sentivo un pesce fuor d’acqua.Sono stata tollerante come allieva e cone insegnante, come mamma e come moglie ….. quando qualcuno mi voleva far cambiare idea dicendomi “così ti pestano i piedi” io non ho mai cambiato idea.Sono stata una figlia dei fiori nel più puro senso del termine!! Per questo dico che ho ben seminato, ho aspettato tanto, ma ora comincio a raccogliere i frutti,E’ profondamente vero quello che dici, e la soddisfazione più grande che mi dai è che queste parole sono di un ragazzo che ha pochi anni più di mio figlio che vive in questi mondo che dà un po’ troppo valore all’agressivita gratuita L’intolleranza un tempo era privilegio di pochi per motivi di potere, oggi è una prerogativa di molti per il potere del loro IO. Io che forse ho conosciuto prima il mio SE!!!! Ciao Daniele

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    • io come sempre ho esposto a mie parole un mio valore, che come tutti spesso vivo male e sbaglio, ma nel mio errore sono consapevole e cerco di migliorarmi e non di migliorare gli altri, non potrei farlo perchè come sai uno lancia un imput ed a chi arriva è perchè è pronto in quel momento a recepirlo, ma come scritto sotto in altra risposta io quello che sento scrivo senza nulla pretendere e accogliendo quello che ne deriva nella speranza che un domani si possa sperare in un miglioramento collettivo . ciaoooo

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      • …guarda che concordo con il tuo pensiero…
        sono le piccole cose che fanno grandi gli uomini…quelle di tutti i giorni…
        la mia non è una critica….
        t’ho esposto solo il pensiero di chi vive dall’altra parte…quello che raccolgo per strada…tra la gente normale, che ha occhi e orecchie, che sente la vita e la sua pesantezza…ma anche la bellezza di un gesto gentile… 🙂 occorre ottimismo, certo che si.
        buona serata
        vento

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      • io non lo presa come critica infatti ho semplicemente spiegato il senso del mio scritto cosa fosse per me, e non quello che come giusto che sia potesse suscitare a chi lo leggeva, del resto io come tutti ho un emozione in quello che espongo 🙂

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  3. Evidentemente oltre al tuo personale capino, hai avuto ed hai delle ottime persone che ti hanno formato e che ti affiancano nella vita ,ne hai fatto senza dubbio tesoro… e i risultati si vedono!Mi auguro anch’io che lo stato pietoso di questa coscienza collettiva si evolva in termini positivi. Ariciaooooo!

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