Rincorro una vittoria, quasi come se l’ultimo istante della vita fosse essere il primo , un numero semplice con del rumore degli applausi…
Cerco con tutto il mio volere, un posto dove seminare , qualcosa che venga ricordato, che dia il senso al futuro che non voglio conoscere..

I fiori di ghiaccio ,sono stati esposti alla consolazione di chi semina, il freddo del suo esile vivere. Chi ammira questo fiore vede come poco vivono nel loro splendore, non fanno domande e non avranno risposte a chi chiederà chi ha piantato quei fiori. La vittoria è poca se il fiore non vive.

Cosa racconti di un fiore, se non sei inebriato del suo profumo, se non vedi il colore che scalda l’anima. La vittoria deve essere un silenzio , un seminare lento e anonimo, senza spalti ,senza glorie, ma quei fiori che io non vedrò saranno bellissimi …

Gli occhi degli spettatori, sono lucidi ,pieni  e profondi. Chi ha visto i fiori del ghiaccio non ne ricorda le fragranze, ricorda spesso colui che disse io ho piantato fiori, ma poi tutto svanisce e il ricordo non porta che a essere povero di memorie e luci.

I fiori del ghiaccio ,sono come le promesse fatte per esser dette e mai rispettate. Voce che chiede spazio, uomo che chiedo un trono, e un popolo che lo deve ammirare…

Che cosa vive in tali gesta, che cosa sarà il domani in queste memorie fredde stantie; io non posso che osservare  il gioco del baro, che semina …

I fiori sono anime, di un passaggio . Trasporto e trasformazione in attesa di una rinascita. I fiori del ghiaccio son solo freddi pensieri che vivono poco , e nulla racconteranno al futuro.