Dove sia questa normalità non sorga il sole per far conoscere le ombre ….
Dove le ombre di una normalità vengono esposte, il vero è rimasto nascosto tra linee sottili . Dove il normale assume lo schema, la schiavitù dilaga sotto questa sembianza bella, ma solo in apparenza. Potranno dire che il normale sia essere come quello e questo, ma il normale è vicino alla follia quanto la follia è vicina alla vita vera..
Chiamala come vuoi , follia o pazzia . In quell’attimo che lasci cadere il tutto e libero corri senza più pensare a nulla, qualcuno dirà che sei un folle, ma tu sarai libero a un livello superiore e i cancelli della vita saranno sempre aperti e, non nasconderai nulla di te, sarai nudo tra le cravatte ingessate di un dogma di vita.
Dogma quasi perfetto in apparenza, ma come il rituale della storia che racconta della scintilla che alcuni temono, porta all’istante al pericolo di quella follia celata da rabbiae dolore che segna poi vittime vere e nessuno vede dove sia poi il normale alla fine. Decade il rito perfetto, l’abito perfetto, il luogo , lo spazio, il denaro ,tutto si ammienta quando in questa perfezione il meccanismo si inceppa e il tilt è dolore altrui.
Ma dove vivi la tua follia con quella risata aperta e mai nascosta e con quelle piccole cose che pochi comprenderanno, tu sei il normale per eccellenza. Sei autentico e questo è come volare oltre al mondo stesso fino a toccare le stelle … Ma chi vede questo pensa solo alla sua rabbia repressa, che non conosce per davvero fino a che il rosso non copre i suoi occhi . Loro, i perfetti che si vogliono definire nella loro normalità, dentro al loro essere conoscono solo la polvere della monotonia, il calore mai espanso di in cuore freddo e metallico, quasi ruvido e nel sorriso che ogni tanto fanno sentono quasi l’imbarazzo di un gesto poi così normale che hanno dimenticato. La festa che vivono non la si conta nei giorni di una vita, ma solo nelle occasioni. Quasi come statue in attesa di commemorazione, non vi è nulla nel nulla che l’apparenza che vogliono vedere. E tu che sei chiamato folle! Vivi il bello nel nulla assoluto, ridi solo perché la felicità non è composta che da te, non temi di amare anche se il rifiuto esista. non temi il no. Corri e urli, canti solo, quel motivetto che in testa rimane. Ti alzi e sorridi e non conosci che sia il normale, ma vedi solo la rarità dell’essere umano unico e libero. Non sai che sia la rabbia e quelle poche volte che ti sfiora sei già nel perdono. I rancori sono come cani abbandonati dagli umani, che si lamentano poi se son morsi a loro volta dall’amico del salotto di un tempo e poi del peso che abbandonano come un misero oggetto . La verità è una scomoda amicizia…
Chiamala come vuoi , follia, la tua , la mia , la loro. Chiamala vita , ma ricorda che la linea è sottile tra il normale e il folle, è dove pende l’idea a costruire il perfetto è dove cresce anche il mostro che potrebbe esplodere per un nulla. Ma dove vive l’ironia della propria piccola follia rimane una libertà assoluta, una pace interiore, che ama la libertà collettiva e non giudica nessuno . Dove lo schema decade il mondo è libero senza dolore ……
Una replica a “Chiamala come vuoi, follia”
Non mi sono mai sentita e non mi sentirò mai normale! A volte sotto…. a volte sopra… quella linea sottile …!
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