La trappola, cosa sia , cosa significhi veramente essere intrappolati , forse non possiamo nemmeno immaginarlo se di questa trappola noi stessi siamo vittime inconsapevoli.
Noi pensiamo che la libertà sia una semplice condizione che permette di essere quello che siamo in tutte le nostre azioni, che siano giuste o non giuste rispetto a quello che ci circonda. In questo siamo solamente liberi in superficie e non nella nostra stessa essenza.
La libertà non è un dominio che avanza verso l’unicità della nostra persona, posta rispetto a quello che poi trasmetteremo alla gente. La libertà rimane una radianza che si percepisce e che anche gli altri sentono se stanno vicini a noi. La trappola è presente e non si mostra semplicemente fino a che, non comprendiamo come noi siamo vittime di questa struttura mentale che si articola attraverso noi stessi e le azioni che compieremo. Ogni azione che noi facciamo è subordinata dalla nostra mente, normale situazione che si sviluppa in tutte le persone. Quando mostriamo nelle azioni stesse un nostro modo d’essere rimane lo specchio di chi siamo in realtà e anche se, ostentiamo libertà spesso siamo meno liberi di quello che pensiamo. Agiamo solo in questo caso per preservare una libertà nostra, ma non realmente completa. Poniamo noi al centro e all’apice di tutto cercando di isolare tutto quello che porrebbe noi nel vincolo, anche una semplice risposta daremo a una domanda diretta rivolta a noi e, noi in questo non ci rendiamo conto di come siamo intrappolati in realtà e poco liberi.
La trappola è “più vigile di noi stessi”, perché vive un passo avanti a noi che acceleriamo semplicemente l’agire senza averne una consapevolezza piena e come tale non solo le azioni che faremo saranno vincolanti per noi e gli altri, ma avremo anche un senso di fatica o di estraneità . Quando arriviamo a comprendere cosa sia la libertà vera, in noi si innesca come un trauma: perché dove noi pensavamo di avere una libertà si evidenziano semplicemente i limiti stessi che generano la compressione del nostro “essere” e non la consapevolezza che in noi risiede e, che porta unicamente a una libertà certa.
Quando siamo liberi in realtà abbiamo una grande capacità: una comprensione delle persone quasi illimitata, ovviamente deteniamo un carattere che ci rende umani con difetti, ma allo stesso tempo vediamo le azioni verso gli altri non solo per un nostro interesse in nome di una libertà . La trappola della mente si architetta sempre nelle nostre insicurezze e come difesa noi stessi siamo contratti e spesso anche aggressivi, anche solo nel modo di porci e nel dialogo. Questo non porta ad essere liberi ma solamente all’isolamento interiore che non trova benessere e nemmeno pace. Come tale comprendere il condizionamento che abbiamo serve come inizio a demolire la trappola che ci imprigiona e che non permette di mostrarci nella nostra unicità e, nella libertà che rimane un nostro diritto, ma che non deve essere vincolante né per noi e gli atri.
“Riconoscere” come già detto, è la prima fase e in questo possiamo dire che un passo in avanti l’abbiamo fatto. In questo possiamo semplicemente iniziare a ragionare senza farci colpe e vittimismi inutili, come rimediare a questo vincolo che non ci permette di essere liberi veramente. E’ buono ricordare che il solo fatto di comprendere questo pone un rimedio in sé, perché spesso la mente quando viene messa davanti a una evidenza così grande e vera, reagisce in modo giusto alla cosa attraverso la coscienza e come tale noi stessi saremo mossi nelle nostre azioni con una sensibilità maggiore e una apertura diversa in tutti i contesti.
Dopo la prima fase che rimane sempre la più complessa perché spesso eludiamo noi stessi per paura , possiamo iniziare a comprendere come osservandoci, in quello che facciamo, se siamo liberi o no ; basta semplicemente immaginarsi in terza persona e noteremo se siamo vincolati o aperti , se siamo felici e se gli altri lo sono . Questo non va mai dimenticato perché in nome di una libertà personale non lecito dare sofferenza a nessuno. Possiamo eventualmente dare un aiuto anche se dobbiamo dire una verità che sempre rimane relativa e non assoluta, che spesso fa male ma che al contempo ripone in un futuro, in quello che avremo fatto, un atto d’amore volto a generare il bene. In questo però si deve non solo essere liberi ma anche molto neutrali, nel momento che in quello che facciamo o diciamo siamo ancora intrappolati da idee o paure ecc. non daremo mai la direzione corretta al nostro messaggio, che a sua volta arriverà se non neutrale solo per creare una trappola al ricevente della nostra azione, parole, eccetera. Premesso questo possiamo riposizionarci su noi stessi e, agire di conseguenza per cercare quanto possibile di ritrovarci nella libertà. E’ come una “auto analisi”, che faremo e che servirà a vedere i lati in ombra che non riconosciamo. Questo ha una variante nel tempo e cambia per ogni persona, che naturalmente può dare a questo la rilevanza che pensa corretta sulla base sempre di come si sente. Il sentirsi è importante e non va mai dimenticato: è la percezione che abbiamo di noi e che se ampliata diventa allo stesso tempo la percezione oltre all’apparenza che avremo delle persone e, in questo alberga una buona parte della libertà perché non vive di condizionamenti di superficie ma è molto più profonda. Ovviamente non siamo obbligati a essere quello che non siamo e tantomeno a sottostare a quello che non gradiamo. La libertà non vincola,se mai in questi casi ci renderà immuni a quello che vediamo e sentiamo senza metterci in situazioni come l’arrabbiarsi e il litigare; come ipotesi di massima, saremo solo distanti da questo per salvaguardarci e rimanere sempre nel rispetto del prossimo e di noi stessi.
La trappola è molto vasta nella mente e gli esempi posti sono solo alcuni dei motivi per il quale sarebbe bello ogni tanto osservarsi e sentirsi, per comprendersi e divincolarsi allo stesso tempo . Osservarsi in terza persona che rimane le seconda fase dopo il riconoscere , aiuta molto in questo e mette in noi una autenticità che non teme confronti. E se arriviamo a questo, possiamo dire che la via della libertà si apre e l’espansione che ne deriva è illimitata. Si pensi come certe persone possano essere compassionevoli, piene d’amore , sempre pronte per noi senza nulla chiedere, questi sono esempi veri di vita libera.
6 risposte a “La trappola”
Siamo tutti prigionieri della cosi detta società civile, quando si nasce comincia la vita da prigioniero, non ci rendiamo nemmeno conto, al inizio ci metano nei letti a sbarre, per non a cadere per terra. Quando cominciamo di camminare veniamo messo nei box per non farsi del male, o meglio per la comodità dei nostri genitori. Una volta passata la prima infanzia sappiamo già cosa possiamo e cosa non possiamo fare. La prima parole che ogni bambino conosce e NO, questa parola ci accompagna tutta la vita. Una volta che impariamo a leggere, impariamo conoscere tutti divieti perciò il NO e sempre presente. Quando diventiamo adulti e abbiamo la propria casa, mettiamo le sbarre davanti alle finestre per proteggersi dal esterno un ricinto intorno alla casa per proteggere la nostra prigione. Ogni giorno invochiamo la parola NO oltre mille volte senza renderci conto. Per tutto questo troviamo anche una giustificazione, viviamo in una società di sbarre e cancelli, divieti che ci fanno prigionieri tutta la vita. A volte vorrei sfuggire da questa prigione e vivere liberamente, ma penso non e possibile perché la vita da prigionieri e la condanna del uomo civile. Cervo Zoppo disse una volta: “Prima dell’arrivo dei nostri fratelli bianchi, e del loro tentativo di trasformarci in uomini civilizzati, noi indiani non avevamo prigioni. E di conseguenza non avevamo nemmeno delinquenti: senza prigioni non possono esserci delinquenti. Non avevamo serrature o chiavi: quindi non c’erano ladri. Se qualcuno diventava così povero da non avere un cavallo, una tenda o una coperta, gli venivano dati in dono. Desideravamo possedere cose solo per poterle donare. Non conoscevamo nessun tipo di denaro, così non usavamo la ricchezza come parametro per calcolare il valore di una persona. Non avevamo leggi scritte, né avvocati, né politici, così non ci potevamo imbrogliare l’uno con l’altro. Prima dell’arrivo dei bianchi eravamo proprio conciati male e non riesco a capire come potevamo cavarcela senza tutte quelle cose fondamentali che, come ci dicono, sono alla base di una società civile”. Gli Indiani d’America hanno già capito tanto tempo fa che la nostra civiltà cosi detta sociale e diventato la nostra prigione, da cui non possiamo più scappare, ma dove c’è la chiave per uscire? Ti auguro una serena serata Pif
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la verità alberga nel nostro essere interiore e mai dirà in falso… buona serata
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La trappola della mente si architetta sempre nelle nostre insicurezze e come difesa noi stessi siamo contratti e spesso anche aggressivi, anche solo nel modo di porci e nel dialogo. Questo non porta ad essere liberi ma solamente all’isolamento interiore che non trova benessere e nemmeno pace. Come tale comprendere il condizionamento che abbiamo serve come inizio a demolire la trappola che ci imprigiona e che non permette di mostrarci nella nostra unicità e, nella libertà che rimane un nostro diritto, ma che non deve essere vincolante né per noi e gli atri.E se arriviamo a questo, possiamo dire che la via della libertà si apre e l’espansione che ne deriva è illimitata. Si pensi come certe persone possano essere compassionevoli, piene d’amore , sempre pronte per noi senza nulla chiedere, questi sono esempi veri di vita libera.Ecco come alla fine ci si libera dalle catene,e in ogni epoca in ogni situazione sociale,l’arroganza e l’aggressione non hanno mai appagato le aspettative degli uomini !Qualcuno finalmente esce sempre dal coro,e canta la sua canzone!
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Cal coro si deve anche tornare, per cantare una canzone all’unisono ,sarebbe un traguardo di un partenza verso la comprensione più espansa. Vero che non sia semplice, ma come ogni libera persona posso dire il mio pensiero che si radica nel mio essere quello che sono, del resto si pensi che il blog è una possibilità in questo e che non serve semplicemente a farsi conoscere, ma anche a dare un senso a se stessi e a chi legge quello che una persona qualsiasi ha da dire. Spesso si rimane concentrati su letture di persone famose, è giusto, ma per certi aspetti si rimane nel paragone di essi, che hanno giustamente fatto la “differenza” ad oggi nel mondo. Leggere di una persona qualsiasi che non si associa a nulla e nessuno è per me un evidenziare come in noi esista la grande possibilità di sviluppo e questo rende più semplice il tentativo di provarci visto che, paragonarsi o rapportarsi con una persona come tale è più semplice, questo potrebbe portare a uscire dal coro, che non dirà mai che si è diversi ma solamente che si è se stessi in una verità certa e unica. ciao
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Vero quello che dici, ma intendevo uscire dal coro degli arroganti per entrare, in prima persona in quello che è nelle tue corde,che ti sostiene e ti appaga!Libero insieme !Ciao caro !
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😉 ciaooo
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