Un uomo al bivio racconta al vuoto di lui .
Lui vide il mondo dall’alto di una montagna dove tutto sembrava a portata di mano, poi scese da questa cima e vide la miseria dell’umanità stessa. Al mondo racconta di lui , come una semplice fiaba che pochi capiranno fino in fondo. Il mondo è troppo lontano ormai da una cima innevata e candida.
Lui racconta di un amore così grande da coprire il sole, così pieno da essere l’oceano mai visto all’orizzonte nel suo finire. Lui parla di questo amore che lo tormenta ,che vuole esplodere, che egli stesso vuole donare prima che l’ultimo respiro gli tolga il suo sussurro..
Lui parla di come le persone vivano nascoste dal loro cuore, come se il cuore stesso fosse un flagello ormai, una peste che ti riduce abbandonato ai margini di una strada. L’amore stesso isola e poi ti rende il sovrano stesso del silenzio e solo il vento accompagna tutto questo.
Lui parla di questo miracolo che tutti scrivono, e poi mai vedono in loro. Troppo attaccati alla mente e le sue immagini stantie, dove tutto è organizzato dal primo respiro che fai, dal primo raggio di sole che vedi . Lui parla e nessuno comprende questo, vedono in lui il semplice gesto corrotto di un appropriarsi dell’anime altrui, ma in realtà le anime sono perse da tempo in questo sterile mondo dove il legame è l’unico mezzo di in vincolo che uccide il sentimento stesso. Lui sa questo e pure nella croce deve vivere la sua libertà chiamata amore .
Lui parla di dare, ma dietro questo l’uomo e la sua natura crea un diritto che mai esiste: la pretesa di un ricevere e il mondo barcolla nell’attesa di un’avvento che mai arriverà a estirmapare la sete d’amore compassionevole. Solo margini ad oggi si vedono ,dove chi dona viene messo, il mondo stesso vive la paura della propria ombra e nulla più trova da mistificare se non l’ego stesso.
L’uomo ormai stanco urla a Dio stesso che il peso che porta uccide nel corpo la sua vita, ma ogni essere ha un ruolo in questo passaggio astratto che compie.
Non ci sono più folle per questi oratori senza dimensione, il mondo vuole parole illuse per ingrandire un ego che avvelena il sangue. L’amore evapora e mai in nubi torna, la pioggia è il semplice piangere di un tutto che mai si sfiora, e chi sfiora il tutto comprende cosa sia amare anche nel dolore del non possedere nulla. Ma questo non crea folle ma solo isolamento di un termine che ti viene dato, pazzia..
L’uomo non è mai triste , lui piange solo perchè il suo stesso traboccare non trova via verso quello che vede, ma nulla è come appare e nulla è incompiuto in realtà. L’uomo vede la paura come una regola di vita e poco può ormai per dire : ama e dai amore. Lui sta già andando verso il destino , non è sazio perchè la fame dei sentimenti ti ricorda quanto bello sia dare un gesto e vedere un sole ridere ..
Lui è semplice e forse chi l’ha visto ha capito nel suo silenzio , nei suoi occhi quello che svanisce attraverso il vento di parole fatte.