Nessuno poteva vedersi, le onde del mare , troppo alte . Le fragili parole sparivano , in quel rumore delle onde, quando in tempesta sbattevano sulla battigia. Cancellavano con violenza e orme, di noi . Al capo opposto, non so dove , non avevo l’esatta posizione c’eri tu. Distanze erano, semplici fotografie a legarci tra terra e mare. Il freddo era dentro adesso. Era il tempo della calma, mani e piedi a segnare, il nostro passaggio. Le mani passavano segrete, ad avvolgerci, come se sapessimo già, che nulla era per sempre. I piedi, lasciavano il segno di noi , nell’ignoto mondo , la sabbia. Sabbia che non ha memoria vera, è un passato al presente, un destino avverso che si sfugge, un amarsi al confine del dolore. Era questo.
Erano distanze, sponde di lati irraggiungibili. Era amarsi ancora, era un presente che non conosco. Perchè in quel passato, ho lasciato un segno di me nell’eterno. Nessun amore si somiglia, nessun amore si accompagna e tutti gli amori si conoscono, in una vita. Osservo la distanza del cuore adesso, ma lui batte ancora in quel tempo, in quelle orme invisibili, in quelle mani apparenti. Mani presenti, nella sensazione di calore, come se ogni inverno volessi giocare al dolore dei ricordi. La memoria gioca con me, ed io ci navigo dentro, mi faccio avvolgere dal freddo, dal caldo, dalle onde , da un cerchio di emozioni . Non voglio abbandonare, quel senso infinito di un amore spezzato, come potrei. Ogni amore che scompare è nuvola, ed io osservo lo spazio e so, che il cielo è colmo di nubi, bianche e un po nere. Come potrei, abbandonare le emozioni, per freddare l’amore stesso.

Erano distanze, adesso presenze. Come il sorriso dopo il pianto, un contrasto , un quadro a due colori, stupore vero , amare è bellissimo.