Come dei banali passanti, camminiamo in quelle strade da sempre . Il grigiore sembra somigliare all’umore che ci investe. Tratti di me è te , passi di noi in una città anonima . Sembra che la pioggia non voglia smettere, come se le nostre anime stiano piangendo e non possano unirsi. Ogni giorno sembra identico, ogni nostra identità nulla . Siamo sguardi in un metrò, che si sfiorano. Si osservano in binari diversi. Quante volte questo.
Un nome darebbe luce a questo autunno, sarebbe bello avere un nome da poter scrivere con la bomboletta in un muro. Vorrei in questa mia follia maniacale, in questa mi solitudine sapere di te. Le nostre identità sembrano cancellate in questa città . Dobbiamo farci segni sulla carne, abbiamo voglia di ricordi. Abbiamo bisogno di un sogno per creare un sole.
Siamo spersi in questo grigio, siamo alla ricerca di una tribù , di un noi fatto di simboli veri. Baci .
Le nostre identità conoscono sonore ribellioni . Quanti sguardi tra le cuffie che assordano i pensieri , di te non so nulla. Sento solo che siamo intimi in quei sguardi rubati. Mi piace di te, come sembri cattiva con gli occhi truccati di scuro, labbra con un rossetto troppo rosso, per quella pelle chiara . Identità solo quello chiederei al sole, se avesse un po’ d’orgoglio per farsi forza tra queste nubi. Non sono per piangere che quel che voglio non accada . Mi regalo così , un pensieroso noi, anche se un noi ancora non c’è .
Identità che si troveranno , tra un grigiore e l’altro .