Non c’era nessuna stagione. Non c’era nulla al di fuori di quella stanza. Nevicava e noi, eravamo li , ad assentarci da tutto. Vivevamo di lusso, nell’anima e nel corpo. Non esisteva la finestra che potesse dire che ore erano. Noi facevamo l’amore , vivevamo nudi. Eravamo solo coperti delle miste sensazioni senza fine.
Un appartamento sospeso, tra logiche drogate e il tempo immortale . Eravamo acqua e rum, eravamo un orgasmo vero. La tua pelle il mio tempo, il tuo odore la mia fantasia . Avrei dipinto quel corpo nei miei occhi, se avessi potuto. Avrei messo me stesso dentro le sue cellule , per sentire ogni sua vibrazione . Un appartamento sospeso, senza luci dell’onore e dell’orgoglio . Sospesi a viziarci di ogni peccato . La fuori c’era la vita , l’orrore di quella fottuta vita che al buio ci dava linfa e sangue . Il buio era la strada , perché non c’era trasparenza in noi, eravamo amanti, soldati del sesso e della passione . Eravamo la dimensione sospesa di un mondo d’amore , di un tempo ingiusto , di logiche mentali . Eravamo drogati di noi, delle nostre vite e delle nostre paure .
Il tempo era fermo, mentre l’inverno era solo la paura del quando e del come avremmo avuto un’altra primavera . I suoi occhi erano l’unica luce di quella stanza il resto poteva anche morire al di la del muro. Lenzuola che di noi aveva il segno. Non c’era musica , c’era solo il suono di un piacere che volevo intrappolare , come se non volessi mai allontanarmi dal piacere . Io osservavo il suo corpo, e bruciavo in paradiso . Ogni suo angolo era piacere , ogni suo incavo io assaporavo . E lei, di me, sentiva l’essenza in ogni suo languido sguardo. Lei dominava il mio fuoco , lei era tutto quello che di più osceno volevo . Il gioco dell’amore era bellissimo , il mondo fuori era morto da tempo .
Era un appartamento sospeso , tra il sole e nuvole , lacrime di vita che non potevo cancellare , raggi di luce che non volevo mai lasciare . Il suo sapore era nel mio palato, la sua lingua era nella mia. Un bacio , un fottuto bacio senza fine . Un momento unico , dopo altri mille in poche poche ore . Era orgasmo quella lingua ,che scorreva in me , che agitava , che elevava la mia forza. Lei voleva far l’amore , voleva essere presa. Urlava e gemeva, voleva essere un gioco privato. Amava essere puttana , e dominatrice, fare la padrona e urlare con mia lingua tra le cosce , scopami . Voleva ogni estremo , voleva essere donna per quello che la vita gli stava dando, non voleva un domani, voleva vivere . Ad ogni gioco , ad ogni fiamma indecente , seguiva sempre lo stare nudi, a nutrirci di noi in silenzio , abbracciati , immobili ed uniti. Ci amavamo così ,senza nessun anello da portare . Eravamo ogni parola e nessuna, in quel appartamento sospeso. Di noi solo la pelle aveva parole, segni di ogni passione consumata , segni di ogni orgasmo vissuto al limite , perché la fuori eravamo persi ormai.
In quel appartamento sospeso, siamo rimasti attaccati al filo dell’amore , nomi e parole , suoni e colori di una vita mai alla luce , in un amore sospeso dalla vita ormai morta .