La tristezza è una malattia comune, diffusa , virale . Contagia tutti, non ha vaccino e non lascia scampo . Perdi il sorriso , la pelle si spegne, muore lo stimolo e dietro a questo ti ci abitui . Diventi bugiardo , con te stesso in primis. Lo diventi con le persone perché non puoi vedere che te stesso. Un vortice senza fine, virus che contamina e che non fermi . Chiediti se non è vero ? Chiediti dietro la tristezza cosa ci sia a seguire ? Se trovi risposte vere forse ne stai già uscendo . Priva te stesso della felicità in nome di qualcosa e vedi se sia felicità o senso del dovere, dell’orgoglio , senso di un qualcosa che non sia veramente tuo . Una strana malattia che provi anche vicino a chi, negativo per natura , ti fa sentire inadatto quando non sei contaminato . La felicità contagia invece quando sei al limite . Quando non hai più scampo e non sai dove andare con te stesso . La tristezza miete campi di erba invece di un bel grano dorato , il pane degli dei si disse. Il grano si trasforma , l’erba un po meno . Comune ormai vedere per me come la rassegnazione venga presa come un diritto da forti , invece di capire che è e rimane un preambolo inutile e privo di energia . Io , colui che scrive da anni qua, non mi capacito del perché davanti alla felicità una buona parte scelga altro. È forse un delitto esserlo e manifestarlo? Certo ha rischi, ma ogni libertà ne richiede . Allora leggendo , viaggiando , parlando con la gente che sono l’indice migliore per capire, mi chiedo perché di questa malattia .
Si parla d’amore , l’amore non esiste , l’amore ti frega , questo sembra il dire più forte . Allora ti chiedi cosa sia mai arrivato di questo sentimento . Forse c’è una confusione totale ? Forse abbiamo solo paura? O meglio creiamo a qualcosa che indichi solo noi e mai un “tutto” più vasto? Perché per amare si deve accettare cose ben diverse dal comune e, si deve gettare alcuni sentimenti opposti in un grande dimenticatoio . Però è qua che si cade, perché se possediamo qualcosa non vogliamo dividerlo ? Quindi siamo gelosi e possessivi , attaccati e iracondi . Perché se perdi qualcosa che pensi tuo vai in fiamme . Noi non possediamo nulla, noi siamo solo partecipi di un qualcosa che vive in modo limitato a tratti e che in noi trova l’illimitato , quando sappiamo a prescindere che sia la felicità . Facciamo un passo indietro , la tristezza la vedi anche da questa strana ribellione che alcuni si vogliono portare dentro , manifestare fuori e poi in loro c’è una grande tristezza nell appartenere a quello che poi tutti escluso nessuno siamo partecipi : la vita . Molto controverso questo , però evidente. Di certo non sono io che cambio qualcosa in qualcuno , mi limito a capire e cambiare me stesso, semmai . Però un sano quesito ci vuole a volte, perché troviamo rimedi per tutto e mai per noi . Allora abbiamo troppa paura di che ci sia aldilà del muro? Perché dopo il punto di rottura , la sopportazione al limite , le urla e i pianti, direi che ci sia la grande voglia di felicità . No credo che siano i post dei social a dare questo stimolo , sono contentini , sono pezzetti non di noi che per un secondo vogliamo fare nostri . Allora mi chiedo spesso perché si arrivi sempre a voler essere tristi. Sono fiducioso che non sia tutto così estremo , non voglio generalizzare nulla . Però mi chiedo se si possa o meglio si potrà mai arrivare a al minimo di questo. Perché in un mio sogno di sempre c’è vedere sorridere tutti. Vedere che la speranza non muoia mai , e che il coraggio sia presenza e non parole. Che l’amore sia condivisione e non galera … Un mio sogno non cambia tutto questo, però avevo piacere a raccontarlo .