Il tempo passa e inversamente il male dilaga in un epoca dove tutto sembra possibile . Se è vero che tutto dentro se stessi hanno un mondo meraviglioso dovremmo chiederci perché c’è così tanta necessità di esporci dentro la vastità della “rete”, ebbene forse la rete ha dato spazio alla parte peggiore di noi in virtù della falsa immagine che era stata mostrata . Nessuna colpa in merito perché nella libertà piena ogni persona ha scelto e dentro a questa libertà si è evoluto , il bene e il male hanno solo lottato in quella battaglia che somiglia a quelle fiabe senza tempo dove il drago poteva essere sconfitto dal cavaliere. Non c’è nessun trucco , c’è solo una libertà così vasta che in tenebre celebrali ha mostrato il peggio facendoci pensare che fosse il meglio . Abbiamo lottato per millenni per avere giusti confini e poi, nessun confine in questo “Matrix” quotidiano che viviamo, dove ognuno vive una seconda vita che in certi casi prende il sopravvento sulla vita tangibile . Nessuno può sfuggire perché in questo gioco virtuale siamo tutti dei partecipanti . Certo ci sono lati positivi , le distanze si abbattono ma i confini creano muri più alti , perché dietro a questo etere impalpabile il peggio diventa ancora più grande . Forse sarebbe stato uguale perché ognuno di noi ha lati oscuri , eppure questo amplificatore di rete crea una equazione nuova , molto più controversa di potrebbe dire . Non c’è una totale contrarietà alla rete , ma solo una consapevolezza maggiore che non sa tacere . Perché ogni mezzo ha valore quanto il suo utilizzo ha istruzioni ben chiare .
La rinascita del male è non altro che la manifestazione di ogni nostro lato occulto, emozionale , ricercato per necessità in un lampo impalpabile simile ad un fumo analgesico, dove in poco colmiamo una superficie interiore ma al contempo non dura come un effetto relativo . Dobbiamo notare come ad oggi più che mai la rete crea carnefici intoccabili e vittime consapevoli , uno strano gioco che però andrebbe compreso da quel disagio che vogliamo addossare ingiustamente alla società , ma che non altro è solo quel senso di emulazione incessante che desideriamo dietro ad un muro fatto di tastiere . Perché appartenere è diventato più grande di essere e l’apparenza , l’appartenenza, il potere dell’attimo sembrano un valore assoluto . Non credo che debba essere così , ma in una libertà così grande a sembianza di un universo che sa contenere tutto e dissolve ogni cosa l’abbiamo scelto noi . Perché ogni semplificazione la pensiamo meglio di una lotta, ma in ogni lotta c’è un valore , un successo , un senso di sacrificio che porta a capire il valore di ogni nostra singola azione . Qualcuno potrebbe dire che colui che scrive usa la rete, è vero , ma usare un mezzo non vuol dire essere nel Matrix del mezzo, perché chi va a cavallo non è un cavallo e chi guida l’auto non è l’auto , c’è una distanza e una consapevolezza in mezzo a delineare ogni cosa che facciamo . Però quando leggo di disagio , di accaduti , di emulazioni , di decadimento della lingua con la nascita di parole abbreviate , si semplificazioni di aggregazione , di emarginazione da social, da bullismo mediatico, io rifletto e non poco . Io scrivo , ho voluto esprimere quel che dentro me vivesse è altro dentro un mezzo che espande . Il male cerca ormai una luce e noi dovremmo vedere che la luce nasce facendo un passo indietro , calmando la voglia di manifestazione per avere una approvazione , la vita ricomincia sempre dopo una grande disfatta a volte , e chissà se questo fosse un punto di partenza dietro a molte evidenze che creano dolori inutili .? Riflettiamo