Esiterà sempre un chiamata alla felicità , ti chiederà di decidere , di piangere , di avere occhi nuovi verso un vivere che ti rende sopito e inconsapevole . Sarai chiamato a svegliarti da quel surreale modo di esistere e vedrai quanta sofferenza sostieni . Tu sei un giocatore di un gioco pericoloso, che non trova tempo né soluzioni . Sei immoto , statico e pieno di parole vuote , ami in te qualcosa vena di dolore ma al contempo, dell’amore ne vorresti una esperienza totale . Ti siedi al tavolo del gioco della vita , cavaliere impavido del tuo passato, sostieni tutto fuor che la tua sacra anima , lentamente sei incastrato nel tuo dolore , servo della mente logica e della retorica quotidiana . Ricerchi senza cercare mai qualcosa, sostieni senza ascoltare la chiamata che oltre questo immaginario ti poterebbe a liberarti .
La chiamata si ripresenta , dentro uno scenario statico da tempo, rincorre te per salvare ciò c’è di bello hai. Ti chiede di perdonare e di elevare una verità scomodo, di fare un passo a ritroso senza consumare parole vecchie . La vita così meravigliosa dona possibilità , e tu sfuggi dentro un labirinto comodo e pauroso, alibi su alibi il dolore e la paura creano malattia subdola, acciecano il semplice elevando il complesso . Come un marinaio dovresti essere coraggioso in questo mare di pensieri, prendere la decisione che se la barca dopo una lunga deriva inizia ad affondare , con le Gaza e coraggio è tempo di abbandonarla . Invece come un paladino del “nulla” resti in attesa di affondare quasi come se in quelle tenebre prive d’aria tu potessi poi vedere luce e aria . No, non è così , la vita spiega e tu ascolti. La vita ti piega e tu umile ti rialzi . Non è un male ascoltare chiamate alla vita , prendere ogni lato di essa e provare a vivere . La felicità trova tempo e istanti ma la senti che arriva , il dolore e la paura sono silenziosi e quando in te iniziano a filtrare solo alla fine te ne rendi conto, ma è così che è troppo tardi. Poi ricerchi ancora senza mai finire , incastrato senza appoggi e come per cecità continuo ad attaccarti al dolore , illusione del vivere , legami troppo morbosi, poiché la felicità è contagiosa ma chiede un prezzo, la malattia ti presenta senza mai sforzarti un conto molto Salato.
Un giorno indefinito ognuno di noi vede , e come per incanto realizza quanto ha perso di se stesso dietro a qualcosa di inutile o incurabile , guarda da prima l’orologio e si rende conto che è stato sempre in ritardo, guarda il calendario e comprende che il tempo gli ha privato il diritto alla felicità , alla dignità ad esistere e creare e, come per magia uni inizia ad esigere da altri ciò che non ha mai fatto lui , non è la strada è solo la fine…
la chiamata ritorna per salvare ciò che desinato a te ti rende soffrano di una tangibile vita , mai dimenticare che il diritto che l’anima reclama sarà reclamato con forza , perché la felicità vuole abbracciarti il prima possibile senza attendere che il gioco macabro al dolore finisca per farti sentire sbagliato, giusto nel stare male , servo di malati voluti e schiavo di problemi senza soluzione .