L’abisso vive in noi, in tutti..
“La paura è il limite dell’uomo e la sua salvezza, rimane statico il pensiero che non accetta questo, rimane il libero arbitrio il decidere in se stessi ,chi saremo e cosa faremo, gli obbiettivi sono d’innanzi a noi, visione di quello che nel profondo destina la vita a noi che siamo il perfetto in terra..”
L’anima è eccelsa luce della proiezione che avremo , sarà guida nel cammino ,sarà quello che tutti vedranno senza le parole, essenza intima che parole non urla mai.
Il vuoto della mente porta a decifrare codici scomposti in momenti della vita quando tutto è contro e noi cadiamo dell’abisso, cono a spirale che non è materia ,non è tangibile, ma ha una forma immaginaria, tendiamo nel cadere a riemergere , istinti solo istinti ,della sopravvivenza che porta a prendere sempre la via all’inizio, della superficie ,dove tutto era semplice e dettato dall’abitudine, ma se questo sprofondare è interminabile, nulla si potrà nella spirale dell’anima che chiama al cambiamento, il destino dona anche questo bello o meno, questo accade.
Sono attimi ,si passa dalla felicità all’abisso del dolore interiore, avviene e spesso, il cono senza fine della mente non ha fondo, il decidere cosa rappresenti questo rimane pensiero,anima ,cuore, rimane un tutto e un nulla, rimane via..
Ognuno decide come elevarsi ad una situazione di disagio, nessuno decide per voi , nessuno ha parole che vi diranno starai bene, tutti sono veicoli di un pensare, ma in noi rimane il decidere, se uscirne dall’abisso o no.
Logica istintiva porta a pensare che se è in un cono noi sprofondiamo e la via migliore sia riemergere alla superficie dell’immaginario che abbiamo di esso, tutto come prima, nulla cambia, ma questo non accade sempre a volte siamo troppo in basso e vediamo solo una luce fioca . Il buio spaventa ,mette parole, domande delle domande,alle quali non vi sono risposte ; rimane per unica e sensata la domanda posta che un tempo mi feci:- E se andassi in fondo a toccare quello che non so, che accadrebbe ?- . Oggi dico, che la decisione migliore che ho preso è stata quella, non cercare quello che ero , non cercare la superficie e non tornare quello che ero, ho chinato il capo nell’abisso dell’anima e ho lasciato il conosciuto per andare e sentire quello che le paure dell’ignoto erano, inversione di pensiero, ognuno la chiami come vuole ! Io la descrivo come un cono,(spirale ), che pareti e appigli non ha, un fondo senza fine , che infinito rimane ,come la conoscenza non è limite! Una vera rotazione mentale di 180°, con il mio volto verso quella oscurità che non sapevo cosa celasse, duro cancellare l’istante della paura nel farlo, ma solo così ho capito chi ero, tutto è stato chiaro, nell’oscurità, non vi erano luci ,non vi era parola e mani a confortarmi ,ero solo con il mio IO, immerso totalmente in me stesso, li ho compreso un’ unica cosa ,quello che la superficie del cono era l’ apparenza che avevo di me, un sentire una vita che non mi apparteneva, vedere ed essere quello che non ero,una maschera !
“Ora non sono nulla, ma sono solo me stesso, pace interiore che trova il mio cuore aperto al mondo e all’amore universale ,visione senza geometrie che restringono , niente pareti, muri , nulla, tutto è flusso”.
L’abisso dell’anima non è paura ,non è dolore, è e rimane un comprendersi nella nostra più intima e sottile essenza, questo è come sempre, un mio viaggio dell’anima,personale ,intimo, io non sono l’esempio, in non sono la verità assoluta, io non sono che parole che raccontano,dell’ esperienza fatta ed esposta semplicemente : il percorso è come una montagna,che della sua salita mi ha fatto apprezzare la fatica che umilmente e silenziosamente ho percorso, che della assenza di ossigeno mi ha dato il pensiero che oltre alla paura dell’istante, c’e’ la resistenza, la volontà che potevo mantenere, calma e tutto era semplice alla fine, mi ha fatto capire che la cima non è fine , ma oscillazione tra un cadere e uno scendere, dove l’anima deve essere superiore al messaggio falsificato che emette l’ego e dove il cuore diventa la forza di questo sostegno, come un mantra che nella mente annulla il pensiero doloroso dando serenità, il scendere la montagna mi ha dato l’umiltà di un arrivo che fine non ha, se avesse fine la sfida non accenderebbe il desiderio del migliorasi e ritornerebbe statico, comodo e tutto ritornerebbe da capo.
Il cono immaginario della mente, racchiude le meraviglie dentro un oscurità , evidenzia una accettazione, un lasciar fluire , evidenzia che le paure sono prese di petto, elaborate e nel preciso istante che in esse cade la debolezza ,eliminate . Questo non racconta di un elevazione, ma di una visione che il mio vivere mi ha dato ed io lo riporto come lo ho vissuto, lo dono per quello che è .
Non avrei altre parole non mie da apporvi per descrivere l’abisso dell’anima , io sento e vedo questo come lo ho descritto,poi ognuno di noi vede e sente quello che vuol recepire, bello rimane alla fine la libertà d’espressione e di pensiero . E’ il tutto… O il nulla ,Io non rispondo lascio libero pensiero in questo…