Luce accecante, orizzonti multicolori.. Sconfina la visione di tutto il creato .
Chiesero un tempo quale fosse l’emozione della vetta luminosa, il silenzio fu la risposta. I volti della gente furono gelati e non compresero mai questa risposta, forse troppo strana in un mondo fatto di inutili parole. Il tempo fece ripetere all’infinito questa domanda, il silenzio rimase il padrone della risposta.
L’uomo che di domande vive, seppe solo fare la banale domanda, di cosa fosse e cosa si provasse all’arrivo della vetta luminosa. Accadde, perchè il sapere doveva essere logico e scontato, il mistero era troppo difficile per coloro che della logica e razionalità vivevano. Alcuni ,forse presi da una vera voglia di comprendere, posero la domanda : come arrivare alla vetta luminosa ?
Risposte iniziarono ad arrivare, ma non furono verità assolute.
” l’assoluto vive nell’olimpo del grande Sé”.
Tutto iniziò ad esser esposto a chi della vita logica e stantia aveva iniziato a vedere i lati della sofferenza, oblii esistenziali fatti di vuoti e solitudini. Il cambiamento era imminente. Ora, era tempo di ascoltare.
Colui che la vetta vide, allora parlò: Inizi contrastanti nel dire, che in noi Dio era presente nel nostro essere interiore, i profani della cosa rimasero ammutoliti, figli ormai di schemi impartiti. Tutto era stato composto sin dall’infanzia per dare una direzione obbligata, dire che Dio era in loro fu semplice , ma la comprensione della cosa fu come distruggere palizzate, erette da anni di parole riportate.
Gli schemi impartiti, erano come le parole che si apprendevano, e come tale, un inizio diverso era un ricomporre il diritti della vera libertà, che in ogni individuo esiste. I tempi moderni avevano solo messo schemi ,imposto dogmi, e regole. La società imponeva questo, per rendere le persone “buone”, anche se in questo non tutti divennero come il precesso d’ istruzione aveva deciso.
Esporre una teoria, rimase l’unica via per iniziare a comprendere che ogni persona è libera, e non schematica. Alcuni se ne andarono, selezione naturale di chi vive nella paura del cambiamento interiore. Ma questo era il naturale processo, che doveva appartenere a chi veramente voleva vedere nel suo cammino la vetta, l’oltre, la luce. Innumerevoli nomi che comuni portavano all’elevazione massima dell’anima. I pochi che rimasero ad ascoltare, iniziarono a sentire che nessuno era solo, e Dio era con loro nel sempre, di ogni luogo, nel tempo senza tempo, era in tutto e in loro. Fu il primo passo, dove solitudini protese a chiedere sempre, iniziarono a cadere.
Ogni persona vide in sé, il cambiamento, e rimase ad ascoltare il racconto, che viveva tra fantasia e verità. Nessuno pose obblighi, le parole erano pacate e chi fece entrare anche un goccia di quella esperienza iniziò a maturare la consapevolezza vera dell’anima.
Il racconto continuò per ricordare le salite faticose, passi verso la vetta dove tutto era mare, cielo, terra, spazio. Tutte le dimensioni in una dimensione nuova.
Il cuore di chi ascoltava iniziò a battere forte, queste parole erano l’apoteosi di una visione estrema. Credere o meno a questo, non fu mai il dilemma di chi raccontò questo viaggio. Nessuno era nello schema, ascoltare e decidere era la libertà che ogni persona poteva vivere, fuori dallo schema e fuori da quello che tutti chiamavano normalità. Nessuno rimase indifferente a queste parole. Le semplici parole a chiedere altre domande , i dissensi, erano il sintomo che in questo racconto gocce di luce erano penetrate nell’essere interiore di queste persone.
Il racconto continuò e l’uomo che raccontava disse: Che l’uomo era una fusione con il tutto, dove tutto era il simile e il diverso. Il controsenso era forte, ma essenziale . Nulla era la certezza di camminare verso la vetta, e chi decise di ascoltare dovette comprendere. Che le certezze non sarebbero mai state fatte di parole esterne, le parole sarebbero nate in loro. Tutto questo era e poteva diventare possibile, solo se si sarebbero immersi in loro stessi, eliminando dalla mente il conosciuto per abbandonarsi all’arcano del sé.
Fu l’ennesima selezione e molti se ne andarono, delusi da tutto questo. In fondo il mondo tangibile era l’unica realtà che conoscevano, e sentire che tutto doveva essere messo da parte li pose nella paura dell’ignoto. L’uomo che raccontava sorrise loro e li abbraccio. Non vi era odio nel suo vedere questo, nessuno credeva più di lui nella libertà individuale.
I pochi, ormai rimasti sentirono in queste parole l’energia vera, la voglia interiore che iniziava a ribellarsi dopo anni di schiavitù. Seduti ad ascoltare sentirono che i passi verso la vetta, erano duri . Ogni passo era una entrata verso la dimensione più profonda dell’uomo e il suo essere, ogni passo e un peso che cadeva dalle loro spalle. Senza nulla fare, avevano iniziato il loro cammino verso la vetta luminosa.
L’uomo che racconta, sorriso e pace nel volto, osservava i volti di costoro. Discepoli del momento, discepoli di sé stessi, maestri del domani, maestri di loro stessi.
Gli occhi iniziarono a brillare di una speranza al presente, volontà di provare quello che sembrava impossibile da concepire. Nessuno di loro chiese mai, cosa si vedesse sulla vetta luminosa. Nessuno avrebbe mai potuto rispondere se non con un silenzio, segno della vera beatitudine che l’oltre poteva donare. Ogni persona decise di seguire il movimento che in loro era nato, non fu mai detto che la via era unica, tutte le vie erano il cammino. E solo nel profondo essere interiore di ogni persona poteva nascere una verità.
Verità da seguire, ampliare, discipline e meditazioni, innumerevoli i modi per camminare verso il divino che in loro viveva. Compagno del sempre, compagno che avrebbe portato prima o poi alla dimensione che la vetta luminosa donava.
Questi uomini e donne, presero il loro cammino, sentirono in loro Dio , forte vivo , assoluto . La solitudine e la supplica di un tempo furono solo un ricordo riposto nella mente. Per anni avevano cercato soluzioni alla loro vita, vagato come nomadi in tutte le sponde del mondo tangibile. Letto libri e professato ogni sorta di illusione, che gli veniva posta all’insegna del loro essere felici. Poi semplici parole, dissero loro che tutto era già in loro, pochi rimasero ad ascoltare. Pochi furono coraggiosi di andare verso quello che il mondo non espone.
La vita non è una dimensione unica, la vita è multidimensionale, ed ogni persona nella sua vera essenza può rinascere da quello che era.
Ogni persona può sentire Dio, nel modo più profondo, senza dire io sono… Essere veramente non è mai un manifestare , non è mai un giudicare quello che non si prova. Nessuno può sapere tutto, noi siamo solo un passaggio in questa esistenza che fine non trova. Noi siamo esseri meravigliosi, nella nostra apparente imperfezione.
Apparente solo perchè la sfida della vita , il rischio e il mistero, portano all’eccellenza. Questo è di tutti , ma di tutti rimane anche credere che ogni cosa che non sia nello schema imparato sia illusione. Forse tutto è illusione, forse tutto vive in dimensioni che si possono solo immaginare, ma questo è il mistero della vetta luminosa, che nessuno potrà mai descrivere.
La vetta luminosa è astratta e questo rende fascino nella sua ricerca,” libera il nostro essere da tutto e lo riporta al primordiale momento zero”. Dove siamo stati veramente consapevoli e dove tutto era già luminoso. La bellezza della vita vive in questo momento ,dove tutti possono dire e fare, arrivare ,fuggire. Credere e non credere. Tutto rimane possibile nell’impossibile della nostra esistenza. La vetta luminosa è sempre là che attende , un’ altra persona che arrivi e veda quello che alcuni hanno già scorto…..