Di una vita, non si ha memoria . Della memoria stessa , se ne perdono le sensazioni ad ogni volta che cercherai di ritrovare il momento ormai andato.
Di quanti respiri dovrai vivere , e di quante ore ne terrai a mente. Quante volte il gioco del tempo sembra aver dato spazio a me. Poi una corda stretta al collo ,come unica sensazione mi è rimasta. Quanti volti in queste ore, somme di persone che in me hanno vissuto. Di parole nutrite e d’amore soddisfatte. Ed io che dell’amore un senso estremo avrei aggiunto, mi sono trovato alla fine a non dire a nessuno una fiaba al finire.
Di quanta lussuria e di peccati il mondo è orfano, parole come veleni che di verità lasciano il dolce alla mente e l’amaro in bocca . Ed io che del dolce dei peccati vivo ho respirato lentamente , la fragranza. Ed io che di colori troppi ne vorrei solo di due ho raccontato.
L’amore , che nella fiaba che ho sentito dire , e poi anelli, riti , feste e ipocrisia . Una collera viva , in parole a festa. Ed io che dell’amore colgo il seme , ho visto del seme le macchie nelle lenzuola . Si, macchie, come figli mai nati , e di questi racconti anche i buoni si sono cibati.
Il tempo non ha fermato, un epilogo , una fine , si la mia festa che volevo…
Il tempo adesso mi riporta in questa stanza vuota . Non vedo volti e non vedo pianti . Mi raccontò il senso che avrei desiderato . E mi sento colmo della vita che ho vissuto . Una vita fatta di molte cose, donne e amori . Come un hotel senza dimora , come un giorno di 25 ore. Follia mi dicevano coloro che di catene era pieni . Anelli, riti e perversi mai spente. Amori finti e orgasmi muti solitari .
Monologhi gli avi descritti, ed io che di me ho dato tutto ora mi trovo all’origine della vita. Solo e all’ultimo respiro . In questa stanza osservo e non vedo nessuno, pareti bianche , quadri spenti e il silenzio è totale . Non provo che gioia e non orrore . Avere amato troppo ha dato il senso che volevo ed ora , una istante prima della fine sento la vita pulsare in quel attimo che io racconto.
Che paura potrei avere , se non quella di non aver fatto di me la vita stessa, un ospite scomodo in questa era, dove tutto è soggiogato . Allora rido e rido ancora. Sento la fine e sento la vita , non vedo perdite ma inizi . Allora quando tutto sarà compiuto , non avrò memorie da raccontare. Luoghi nuovi e volti nuovi . Ed io rimarrò di nuovo in uno specchi ad osservare quello scorrere di vita . Adesso sento l affanno , sento lo spegnersi del tempo . Ed io osservo la stanza , è vuota . Comprendo che ho fatto quel che volevo , e mi sento bene in tutto questo.
Una stanza di me poco racconta , ma dell’amore stesso ne ha l’odore che io lascio. Ogni atto è al suo culmine e di un respiro chiude la storia , nell’atto finale del mio racconto di vita .
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Quante vite abbiamo, quante volte potremo vedere la vita in noi , e con un respiro rinascere ancora…
Tutto è complicato quando pensiamo che quello che viviamo e sentiamo sia unico per noi, ma di unico c’è tutto e niente in questo passaggio . Rendiamo unico anche un sorriso quando questo dona al prossimo qualcosa, e tutto rinasce da noi e in noi. Non c’è ego quando diamo senza pensare, l’ego chiede per colmare l’essere che in noi esiste, lacune di ogni sorta, vuoti infiniti.
L’ego confina l’espansione che porta in noi il rinascere dalle situazioni . Osservare come comprime questo è semplice, basta vedere l’orgoglio che in noi esiste. L’orgoglio porta a volte a frenare le situazioni nel loro naturale corso, infatti se da una situazione che mette noi nella condizione di sentirci compromessi o destabilizzati entriamo nell’orgoglio, non troviamo mai la via migliore per mettere la vera parola fine alla vicenda. In questo perdiamo l’esperienza della cosa, la confiniamo in pensieri non belli e iracondi o ci ingrigiamo o ci sentiamo colpiti. Espandersi invece porta al dialogo aperto alla comprensione senza limite, in questo non conta la ragione di chi sia, quello rimane difficile in ogni situazione; quello che invece rimane il valore è che passiamo le condizioni di riconoscimento della cosa e comprendiamo il nostro essere in tutte le sue proprietà belle e non. Come tale alla fine possiamo individuare i difetti che in noi ci sono e prenderne atto. Nella vita questo porta alla vera esperienza e come tale nel tempo si mostrano utili in situazioni peggiori.Quando abbiamo preso coscienza di noi e di come siamo attraverso le esperienze, comprendiamo come ogni volta che situazioni complesse possano essere il canale verso la rinascita che in noi andremo a vivere, un vero e proprio rinnovamento che aiuta a vivere la vita in modo corretto e semplice senza perdersi in labirinti e psico-drammi dettati dalla mente e l’ego.
In questo non possiamo pensare che non saremo pensanti e avremo di conseguenza l’ego a zero, ma che saremo bilanciati attraverso l’espansione che in noi avviene come contatto primario . Tale contatto è semplicemente una vera amplificazione del nostro sentire attraverso il cuore o il sesto senso.
Come spesso accade siamo troppo legati alla nostra personalità, ma in tal senso ne conosciamo solamente i lati che meglio ci fanno comodo, mettendoli a disposizione di tutti e difendendoli a “spada tratta”. Non sarebbe sbagliato, se questo includesse la verità di come siamo composti in tutte le sue sfaccettature, ma mediamente certi lati li lasciamo nascosti per poi mostrarli solo nelle nostre proiezioni verso le persone che possiamo criticare o osservare, in questo troviamo conforto, ma non la vera soluzione. Quando invece accettiamo la verità di come noi siamo entriamo nella vera espansione di noi stessi e come tale le difficoltà della vita che andremo prima o poi a vivere, visto che nulla è perfetto in questo viaggio chiamato vita, potremo senza dubbi viverle e trovare vere rinascite per noi . Il rinascere è la semplice via per dire : giro la pagina e vado oltre. Non è semplice come situazione, sarebbe assurdo dire che tutto si possa riassumere a un misero gesto. Ma se entriamo con decisione in cosa alberghi veramente in noi aumentiamo le possibilità di comprensione, poi elaborazione e svolta finale. La vita che di per sé è il più grande mistero che possiamo conoscere personalmente, non mette tracce certe nel nostro percorso, come tale non possiamo avere tutele scritte e certe, ma possiamo avere garanzia interiori da noi costruite attraverso un processo di amplificazione verso la nostra vera conoscenza, che non trova limiti se ben svolta.Rimane anche umano dire, che molte volte cadremo davanti a fatti che non riusciamo a gestire, ma in questo sappiamo che volere è potere, come tale rialzarsi è sempre possibile. Chi entra in se stesso, non conosce nell’immediato tutto, ma nella sua espansione verso la conoscenza di se e quello che oltre esista attraverso un fluire costante che aiuta indubbiamente. La differenza che non si può eliminare diventa evidente: chi arriva a conoscere se stesso e accetta tutto di se, ha più possibilità davanti alle difficoltà, chi invece rimane confinato tra mente e ego tiene i lati oscuri di se stesso nascosti per tutti i motivi che la mente possa dirgli, ne ha meno di possibilità. Il motivo rimane non semplice da spiegare, ma esiste . Infatti dove noi non accettiamo tutto e non lo portiamo alla emersione totale non avremo spazi di apprendimento interiore e come tale avremo solo esperienza di vita , ma queste non sono le certezze davanti a cose che non conosciamo e tanto meno non sono le possibilità di espansione del nostro essere. Infatti l’esempio che meglio calza a questo è la morte di una persona a noi molto vicina: chi è espanso non è che non ne soffra e pianga e stia male, ma vede sempre lati di luce sa che la morte è parte della vita , sono complementari e come tale il dramma che vive lo ritiene un passaggio doloroso ma che va verso qualcosa che lo porterà a un livello superiore della cosa, la comprenderà accettandola e anche molto in fretta. Chi diversamente rimane confinato senza essere in questo spesso rimane nel dolore molto tempo e spesso per sempre, non vede oltre e si ripete che questo non sia giusto, che non ha senso, perché a lui ecc. Ma la vita è sempre giusta non vi è un errore poi così casuale , anche se spesso lo riteniamo tale. Ogni cosa ha un profondo perché, che non sempre possiamo comprendere nell’immediato, ma possiamo trasformarlo nel tempo, se siamo entrati in noi per comprendere e fare spazio all’esperienza. Tutto rinasce non c’è fine in sostanza, solo che quello che finisce se visto in termini di morte di un caro, amico, ecc., vive ancora ma non nella nostra dimensione attuale , nulla ha una fine assoluta sistemica è solo un pensiero che spesso vogliamo credere, e che giustamente non va giudicato. Ma chi riesce in sé a trovare quelle dimensioni quantiche di espansione interiore non sente questo, la fine permanente la vede come un confine che non gli permette di andare oltre. E chi entra in viaggio dentro se stesso cammina per sempre, non si ferma perché anche in questo conosce la non fine dell’esperienza interiore e come tale sa che ogni momento è fine e come poi segue il rinascere nell’infinito vivere della vita.
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Il nero, il colore che porta il lutto, osservi il dolore, immaginare il tuo momento è urlo dentro te, paura..
Vesti il colore che dona luce, cammini e sorridi ,tratti della normalità. Poi il momento di un dramma accade, vesti il nero abito in segno del dogma del rito . Attraversi il viottolo, freddo e lacrime sono ornamenti nell’aria, lo sguardo vorrebbe il sole, ma solo nuvole grigie all’orizzonte.
Scena di un momento, riflessione che accompagna tutti, il tempo non esime nessuno. Vorresti un perchè , vorresti dare un senso a questo.
Comprendere la morte, è difficile. Meccanismi sistemici portano solo al dolore, fine si dice. Questo è solo un punto .
La vita sembra priva di sfumature, in questi momenti, ma a decidere tutto questo è solo un voler vedere il nero assoluto.La morte è solo apparenza di un momento ,dove l’anima abbandona il corpo, l’anima è immortale.
“Comprendere la morte è amare la vita”, non c’è via che porti alla vita senza una morte vera o apparente. Nasciamo con un termine, ma siamo già nati e morti molte volte, la memoria non porta al ricordo di questo. La memoria porta solo una vita alla volta, diranno molto su questo, ma chi dirà è il primo che teme, e l’ultimo che ama. Ama la vita , amala con tutto quello che hai, la morte è solo un tratto che dona una consapevolezza superiore della bellezza di quello che sei e vivi, il dolore è solo il sentimento che si manifesta. Il vuoto della mancanza, di chi non è tra noi fisicamente. Ma in eterno lui vivrà e noi come lui.Le lacrime e il dolore sono sentimenti, ma se a pensare alla tua fine il brivido gela il respiro, pensa che nulla di questo è utile, porta solo a non essere nella vita. La paura è un ombra scura, tu sei luce e come tale, mostra la luce e accendi il tuo mondo . La morte non può essere una paura ,se arrivi a capirne l’essenza, non sarà mai semplice. Ma se arriverai a capire che in essa tutto rinasce trarrai una vita piena e felice.
La vita è un ciclo e come tutte le cose inizia per poi finire ,per poi ricominciare, che cosa deve far paura allora ? La risposta è dura , ma è questa non esiste la paura se non la vuoi , esiste solo se poni confini , ma la vita stessa non né ha. Fare l’esperienza esterna di vedere la morte su altri ,insegna che nell’ultimo respiro che si esala mostra la beatitudine, evidenza che non appare mai nell’istante per noi, ma che il tempo e la consapevolezza, la ricerca interiore mostrano per quello che è.
Questo avviene perchè nulla è fine , è solo una fine biologica, ma non spirituale. Se vivi il tutto della vita nella periferia che alberga in te, non comprenderai mai questo, è triste , ma è così.Il giorno che uno si immergerà in se stesso e ritroverà la spiritualità vera, quella fatta di un sentire Dio in sé, non temerà la fine.
Nessuno potrà mai cambiare un destino, noi potremo solo cambiare il nostro vivere e il passaggio è obbligato. In questo finire che sappiamo esiste il senso dell’esistenza e questo non è la consolazione che deve esserci in noi. In noi deve essere una consapevolezza del nostro esistere e questo non dice mai la parola fine , se non apparente.
Ogni momento rimane un crescita, la morte è parte di essa; rimane comprensibile la difficoltà in questa visione, ma alla fine tutte le cose, evvenimenti, pensieri, parole, sono divisioni e come tale ogni persona deve devidere se vedere la luce o solo e sempre l’ombra.
Non saranno mai gli altri a far capire, quello che è la vita, solo noi potremo realizzarci in quello che è la vita stessa. Un cammino verso la nostra interiorità è sempre una soglia dell’ignoto, ma oltre che essere questo è anche la nostra speranza di poter comprendere il senso della nostra esistenza universale. -
Calma apparente , nel blu dei suoi riflessi, onde piane, sguardi all’infinito..
Oceano maestoso, signore dell’acqua, vita e morte porti con te, clemenza che imponi al tempo, poche volte, sconfina la tua ira, devasta la tua forza, nessuno ha il tuo dominio, che non te, nel tuo immenso..
Oceano parla nel risuono, delle sue onde, ascoltano in lontananza stolti che pensavano di sapere, un mistero che tu racchiudi, segreto che non dirai, che solo alla fine di un tempo.
Era che arriva per colpa di mano, non tuo volere supremo.
Io vorrei ascoltare, ma il mio tempo è un limite, infinita la tua vita, ma ora ti sto osservando…